Un'ipotesi applicativa della metodologia flipped all'insegnamento del diritto privato

AutorDanila La China/Paolo Polizzi
Cargo del AutorUniversità degli Studi di Napoli Parthenope/Scuola di specializzazione in psicoterapia psicosomatica Cristo Re
Páginas154-173
CAPÍTULO 16. UN’IPOTESI APPLICATIVA DELLA METODOLOGIA
FLIPPED ALL’INSEGNAMENTO DEL DIRITTO PRIVATO
Danila La China
Università degli Studi di Napoli Parthenope
Paolo Polizzi
Scuola di specializzazione in psicoterapia psicosomatica Cristo Re
1. LA METODOLOGIA FLIPPED E LA SUA STORIA
La metodologia flipped, conosciuta anche come insegnamento capovolto, consiste
nel diverso modo di proporre i contenuti agli studenti e di articolare i tempi
dell’apprendimento.
In particolare, essa si fonda sull’utilizzo più intenso delle tecnologie digitali, che si
affiancano alla tradizionale modalità di studio sui testi didattici.
Il lavoro didattico tradizionalmente svolto in aula (la lezione frontale) viene
spostato a casa e svolto, di regola, attraverso la visione di video; mentre, quello
tradizionalmente svolto a casa (studio personale, esercizio o compito) si trasferisce in
aula, dove si svolge preferibilmente in gruppo, sotto la supervisione del docente.
Alla base dell’insegnamento capovolto, quindi, vi è l’idea che le competenze
cognitive di base dello studente (ascoltare e memorizzare) possano essere attivate in
autonomia, nel contesto domestico. In aula, invece, si cerca di stimolare le competenze
cognitive alte (comprendere, applicare, valutare, creare) e la capacità collaborativa.
Il tempo in aula, liberato dall’ascolto della lezione, è dunque impiegato per attività
fondate sull’apprendimento attivo e differenziato.
Nel modello flipped, infatti, tutti gli studenti hanno lo stesso obiettivo, ma ognuno
di loro può raggiungerlo in tempi diversi e con modalità diverse, ossia utilizzando le
risorse didattiche in modo personalizzato.
Il docente assume il ruolo di guida r esponsabile nel fornire agli studenti le linee
portanti dell’attività didattica e i suoi contenuti, ma permette contemporaneamente agli
studenti di rielaborarli liberamente.
UNIPOTESI APPLICATIVA DELLA METODOLOGIA FLIPPED ALLINSEGNAM ENTO DEL 
Attualmente, sono state fatte poche ricerche empiriche sulla metodologia flipped e
i dati di cui si dispone sono ricavati perlopiù da report prodotti dai docenti stessi che
hanno adottato il metodo in questione.
Comunque, dalla letteratura internazionale, emerge l’esigenza di sviluppare
strategie in grado di facilitare l’apprendimento; la motivazione verso i saperi; la capacità
di rapportarsi con gli altri; l’attitudine ad analizzare i processi cognitivi per renderli più
consapevoli ed efficaci (Gulbay E., & La Marca A., 2016).
E l’utilizzo del flipped learning si rivela uno strumento utile per stimolare
atteggiamenti favorevoli verso lo studio in quanto lo studente sa perché sta studiando,
affronta lo studio con i propri tempi e modi ed è spinto ad esprimere il proprio pensiero
critico.
Peraltro, essendo la flipped classroom una modalità blended, si sfruttano le
potenzialità della tecnologia attuale e le attitudini dei nativi digitali, che costituiscono le
nuove generazioni di studenti.
Le prime esperienze di una strategia didattica innovativa risalgono agli anni ’90 ed
a quanto ha sperimentato il professore di fisica Eric Mazur, presso l’Università di
Harvard.
Questi ha ideato una didattica basata sulla collaborazione reciproca tra gli studenti
chiamata “istruzione tra pari”, che consiste in un approccio centrato sullo studente ed
implicante il ribaltamento della didattica tradizionale, al fine di favorire un più efficace
apprendimento rispetto alla lezione frontale in aula (Topping K.J., 1998).
Nella metodologia ideata da Mazur, gli studenti si preparano al di fuori della classe
facendo delle letture preliminari fornite dal docente e successivamente rispondono alle
domande poste da questi sull’argomento o aprono un dibattito sullo stesso.
Ma è solo nel 2012 che avviene la prima pubblicazione in lingua inglese in materia
di didattica capovolta e per questo gli autori, Jonathan Bergmann e Aaron Sams, sono
considerati i veri promotori di questa modalità di insegnamento.
Entrambi insegnanti di chimica in una scuola del Colorado - alle prese con
situazioni di irregolarità della frequenza - decisero di elaborare adeguate strategie
didattiche centrate sul soggetto e basate su un intervento in grado di catturare l’interesse
degli studenti.
Iniziarono, quindi, ad utilizzare videolezioni fruibili da casa e sempre disponibili
per il riascolto. Inoltre, richiedevano agli stessi studenti di produrre risorse didattiche a
seguito di ricerche personali e di condividerle con i compagni di classe, al fine di rendere
le lezioni più laboratoriali e partecipate.
Da quel momento in poi, in diversi Stati, ha iniziato a diffondersi l’onda lunga del
flipped learning, giunta anche in Italia dove alcuni insegnanti, appassionatisi al metodo,

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