«Predicare bene e razzolare male»: la concorrenza sleale delle società dichiaratamente benefit, ma che non perseguono una finalità di beneficio comune
Autor | Alessio Bartolacelli |
Cargo del Autor | Professore Associato di Diritto Commerciale nell'Università di Macerata (Italia) |
Páginas | 317-340 |
«PREDICARE BENE E RAZZOLARE MALE»:
LA CONCORRENZA SLEALE DELLE SOCIETÀ
DICHIARATAMENTE BENEFIT, MA CHE NON
PERSEGUONO UNA FINALITÀ DI BENEFICIO COMUNE
«TALK THE TALK, WALK THE WALK»: THE UNFAIR
COMPETITION OF COMPANIES STATING A PURPOSE
OF COMMON BENEFIT, THAT ACTUALLY
DO NOT PURSUE IT
Alessio BARTOLACELLI
Professore Associato di Diritto Commerciale nell’Università di Macerata (Italia)
Titolare della Cattedra Jean Monnet «Business Law in the European Union
and Sustainable Economy» - BLEUSE
RIASSUNTO: La recente disciplina italiana delle società benefit esplicitamente prevede, al fine di prevenire abusi dettati da
un approccio unicamente opportunistico, l’applicazione della normativa relativa alle pratiche commerciali scorrette, che
costituiscono nella sostanza una esplicitazione dei principi in materia di concorrenza sleale. Questo saggio, dopo avere
succintamente illustrato i principi della disciplina italiana in materia di concorrenza sleale e avere dato conto delle diverse
forme di interazione tra scopi lucrativo e di beneficio comune presenti nel dibattito giuridico italiano in particolare con riferi-
mento ai profili di concorrenza sleale potenzialmente in esse presenti, si concentra sulla portata delle regole in materia di
concorrenza sleale relative alla Società benefit. Nello specifico, si focalizza sulla efficacia di tali norme al fine di prevenire
gli abusi, e sulla possibile portata a livello di sistema di alcune tra esse.
Parole chiave: società benefit (diritto italiano); pratiche commerciali scorrette; concorrenza sleale; pubblicità ingan-
nevole; beneficio comune.
ABSTRACT: The essay presents the profiles linked to unfair competition in the recent Italian law on benefit companies. It de-
scribes briefly the key principles of the Italian system of unfair competition, and the Italian statutory provisions in the field
of non-profit and hybrid purpose organisation, with specific reference to their profiles linked to unfair competition. Then, it
moves to an investigation on whether the references to unfair competition present in the Italian law on Benefit companies
are to be deemed as sufficient to prevent opportunistic behaviour by the company.
Keywords: benefit companies; social enterprises; unfair competition; misleading advertisement.
SOMMARIO: I. RINGRAZIAMENTO.—II. NOTE MINIME SUL SISTEMA ITALIANO DELLA CONCORRENZA SLEALE.—
III. SCOPO DI INTERESSE GENERALE E CONCORRENZA SLEALE: 1. Le società cooperative. 2. Le innovazioni del
2017: tra no-profit e low-profit: 2.1. Gli Enti del Terzo Settore. 2.2. L’impresa sociale. 2.3. Le Società Benefit.—IV. LA
CONCORRENZA SLEALE E LE SOCIETÀ BENEFIT: 1. Il dovere di perseguimento di una finalità di beneficio comune e il
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problema della entità di tale perseguimento. 2. La Società benefit che non persegue finalità di beneficio comune: 2.1. Ri-
medi di diritto societario. 2.2. Rimedi di diritto della concorrenza: 2.2.1. Un ruolo ulteriore per la AGCM? La definizione del
minimo di beneficio comune da perseguire.
I. RINGRAZIAMENTO
Desidero, in apertura di questo contributo, ringraziare di cuore il professor
Luis Miranda Serrano e gli organizzatori del Congreso internacional «Desafíos del
regulador en materia de contratación y competencia empresarial» per il loro genero-
so invito a partecipare ai lavori congressuali. Il presente contributo costituisce un
ampliamento corredato dalle note bibliografiche della relazione in tale occasione
tenuta.
II. NOTE MINIME SUL SISTEMA ITALIANO DELLA CONCORRENZA
SLEALE
Il tema che mi propongo di trattare riguarda alcuni profili specifici di diritto
della concorrenza, e della concorrenza sleale in particolare, tra imprese che perse-
guono uno scopo pienamente lucrativo ed altre in cui, per espressa previsione di
legge, tale finalità di produzione di lucro deve essere bilanciata con altre di benefi-
cio comune. Prima di entrare nel vivo, tuttavia, credo utile da un lato fornire una
presentazione dei tratti essenziali del diritto della concorrenza sleale all’interno del
diritto italiano; e dall’altro delineare per sommi capi un panorama delle forme giu-
ridiche che il legislatore italiano mette a disposizione degli imprenditori per perse-
guire finalità di interesse generale, e le potenziali intersezioni di esse con l’ambito
del diritto della concorrenza e la concorrenza sleale in particolare.
In Italia l’area della concorrenza sleale è disciplinata in via generale, natu-
ralmente nel rispetto della Convenzione d’Unione di Parigi e delle sue succes-
sive modifiche, dal Codice civile, agli artt. 2598 e seguenti 1. Regole specifiche
con riferimento alla disciplina della pubblicità ingannevole e comparativa sono
offerte dal decreto legislativo 145/2007, in attuazione delle direttive europee 2,
e dal decreto legislativo 206/2005 3, successivamente modificato al fine di rece-
pire quanto previsto ancora dal diritto europeo, in particolare dalla Direttiva
2005/29/CE in materia di pratiche commerciali sleali (che nella traduzione ita-
liana divengono «pratiche commerciali scorrette»). Il quadro si completa poi
con le disposizioni —che in questa sede non rilevano particolarmente— in tema
di tutela dei segreti aziendali, come previsto dal Codice della Proprietà Indu-
striale 4, agli artt. 98 e 99.
Ora, il profilo generale della concorrenza sleale è considerato dall’art. 2598
del Codice civile 5, con una definizione che è perfettamente compatibile con quella
1 Si veda, per tutti, VANZETTI, A., e DI CATALDO, V., Manuale di diritto industriale, Milano, Giuffrè,
2018, p. 25 ss. e SARTI, D., L’impresa nel mercato, in (a cura di) CIAN, M., Diritto commerciale. I. Diritto
dell’impresa, Torino, Giappichelli, 2020, p. 170 ss.
2 Il decreto in parola è attuativo della direttiva 2005/29/CE, che a sua volta modifica la direttiva
84/450/CE in materia di pubblicità ingannevole.
3 Si tratta del c.d. «Codice del consumo», di qui innanzi abbreviato in Cod. cons.
4 D.lgs. 30/2005, più volte modificato; in particolare, i due articoli cui si fa riferimento nel testo
sono stati oggetto di modifica, da ultimo, da parte del d.lgs. 63/2018.
5 Per maggiore agio del lettore straniero, si riporta di seguito integralmente il testo dell’art. 2598:
«(Atti di concorrenza sleale).
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