Quale effettività del diritto penale degli stupefacenti?

AutorAntonio Cavaliere
Cargo del AutorProffesore Straordinario di Dirittot penale nell'Università Federico II di Napoli, Italia
Páginas62-67

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La valutazione di effettività e necessità dell’intervento penale -in particolare, in tema di droghe- richiede conoscenze empiriche solo in parte disponibili e un sistema di criteri orientato agli scopi dell’intervento, che non possono essere se non quelli, costituzionalmente imposti, di tutela dei beni giuridici mediante prevenzione generale e speciale positiva. Esistono modelli teorici complessi di

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valutazione d’impatto ex ante ed ex post, purtroppo praticamente ignorati dal legislatore penale58. In questa sede è possibile solo una schematica valutazione ex post. Si possono distinguere, in primo luogo, gli effetti sulle persone dei consumatori la cui salute il diritto penale mira a tutelare; in secondo luogo, gli effetti sugli altri consociati e sulle istituzioni.

Relativamente ai consumatori, per ora considerati in modo indifferenziato, se l’intervento penale mira a diminuirne il numero, secondo le istituzioni e gli studiosi ciò non è avvenuto, né in Italia né altrove; si parla diffusamente di fallimento del proibizionismo59. In contesti normativi di liberalizzazione60o di legalizzazione61, il consumo tende a diminuire62; ed anche se, confrontando diversi Paesi o diversi regimi legali nello stesso Paese, non risulta univocamente un miglior risultato delle politiche di legalizzazione, sicuramente la proibizione non diminuisce il consumo più della legalizzazione63; in tal senso, appare provata l’inutilità dell’intervento penale.

Ma l’obiettivo non è, né può essere, semplicemente quello della riduzione dei consumatori, bensì quello della tutela della loro salute. Per verificare l’effettività a tal proposito, bisogna distinguere. Sostanze illegali come la cannabis sono innocue, o pericolose solo in caso di uso cronico; in rapporto al consumatore occasionale quindi non c’è nulla da tutelare. Per il consumatore cronico, alla costatazione relativa al fallimento del proibizionismo si aggiunge quella secondo cui, mentre il temuto ‘effetto di passaggio’ dalla cannabis alle droghe pesanti non

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dipende dal consumo di cannabis64, proprio quel passaggio può essere indotto dalla contiguità di tali sostanze sul mercato illegale65, unita a tecniche di marketing criminale (temporaneo ritiro dal mercato di sostanze leggere e contestuale offerta di quelle pesanti, cessione di sostanza diversa da quella richiesta). L’inter-vento penale quindi aumenta, anziché diminuire, i rischi per la salute.

Per droghe sintetiche come le anfetamine o l’ecstasy -oltre alle considerazioni relative all’incerta lesività, all’autonomia ed al fallimento sul piano della riduzione dei consumi- vale particolarmente l’asserzione secondo cui la criminalizzazione e, quindi, l’illegalità del mercato aumenta i rischi per la salute legati all’imprevedibilità della composizione della sostanza66.

In rapporto a cocaina ed eroina, l’intervento penale aumenta, innanzitutto, il rischio per la vita del mero consumo occasionale o saltuario, per l’imprevedibilità della qualità (tagli) e della quantità della droga assunta, con conseguente possibile overdose letale. È un rischio più diffuso di quanto si pensi, essendo falsa l’equiparazione assuntore-tossicodipendente, che fa parte di una costruzione sociale criminalizzante del problema droga67.

Per il tossicodipendente, ed in particolare per l’eroinomane, ai continui rischi di overdose -che ne esasperano la condizione di dipendenza dallo spacciatore- la punibilità della cessione di stupefacenti aggiunge altri pericoli per la salute. Il tossicodipendente, specialmente quello più povero, è posto in una condizione psicologica di ‘sbattimento’, di ansia perpetua, cui contribuisce la necessità di denaro per pagare l’elevato prezzo dello stupefacente sul mercato illegale. E soprattutto l’assunzione della sostanza in condizioni di illegalità, emarginazione e, quindi, carenza di informazione aumenta il rischio di comportamenti come lo scambio di siringhe, una delle principali cause di diffusione di AIDS e di contrazione di epatiti B e C.

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Ma la vita di molti tossicodipendenti è resa ancora più penosa dalla necessità di commettere reati, per procurarsi la dose; vengono in considerazione principalmente condotte di piccolo spaccio e reati contro...

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