Auge, crisis y declive del Sistema para la Autonomía y Atención a la Dependencia como microcosmos intergubernamental

AutorMarco Mazzarella
Páginas163-188

Marco Mazzarella, Ph.D. cum laude in «Persona e tutele giuridiche», Scuola Superiore Sant’Anna, Via Santa Cecilia, n. 3, 56127 Pisa, Italia, m.mazzarella@alumni.sssup.it .
Articolo ricevuto il 16.03.2014. Revisione in doppio cieco: 8.04.2014 e 22.07.2014. Data di accettazione della versione finale: 22/09/2014.
Citazione consigliata: MAZZARELLA, Marco «Ascesa, criticità e declino del Sistema para la Autonomía y Atención a la Dependencia come microcosmo intergovernativo», Núm. 49 (dicembre 2014), p. 151-176, DOI: 10.2436/20.8030.01.37 .

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1 Un’autentica supernova nella spenta galassia spagnola del verticalismo intergovernativo multilaterale in funzione nomopoietica: proili generali del Sistema para la Autonomía y Atención a la Dependencia (SAAD)

1.1 Prassi assai modesta e cogenza costituzionale insussistente: cenni sul verticalismo multilaterale nomopoietico in generale

L’Estado autonómico manifesta un utilizzo ridottissimo dello strumentario intergovernativo quale canale per la partecipazione (lato sensu intesa1) delle Comunidades Autónomas all’attività nomopoietica del potere centrale. L’elaborazione pretoria costituzionale rilette anche in materia di cooperación/colaboración2una rigorosa concezione competitivo-duale e (p)ossessiva del riparto delle competenze costituzionali/statutarie3,

frutto soprattutto di tensioni politiche irrisolte che percorrono da sempre4un pluralismo territoriale che non ha potuto cogliere un’occasione costituente pure eccezionalmente recente per assumere un’identità del tutto deinita5: alle istanze collaborative (soprattutto della nomopoiesi), pressoché prive di garanzie costituzionali, non rimangono che approcci giurisprudenziali riduttivi e comunque meramente esortativi6. Da parte sua,

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anche la prassi è poco dinamica, rimanendo refrattaria persino alle pressioni della produzione giuridica europea: nella c.d. fase discendente la condivisione intergovernativa nomopoietica è modesta7, sebbene l’assoluto protagonismo delle Cortes causato dalla sistematica ampliicazione delle bases8lasci supporre un’almeno più accentuata esigenza di compensazione partecipativa9, astrattamente10. Sul punto, si registra una divaricazione particolarmente marcata rispetto al regionalismo italiano, ove, nel quadro di un’«ideologia dell’uniformità»11, da tempo una vivace prassi legislativa afida un’abbondante condivisione decisionale ai raccordi giuridici del c.d. sistema delle Conferenze12. Questi, nei variegati casi di intreccio sul piano staticocompetenziale, possono assurgere a requisito di legittimità costituzionale della legislazione statale13, sebbene riguardino soprattutto la nomopoiesi sub-legislativa e discendano da un’elaborazione pretoria costituzionale non immune da importanti incoerenze e debolezze ad effetto centralizzatore, prevedibilmente acuitesi nella stagione della crisi.

Le eccezioni sono rare, parziali o peculiari14: si pensi15al caso del Comité para la mejora de la regulación de las actividades de servicios16, o alla complessa trama negoziale nomopoietica tra Consejo de política iscal y inanciera e Comisiones mixtas che presiede alle periodiche evoluzioni della inanciación autonómica17, di

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ben più forte radicamento nel bloque de constitucionalidad (specialmente secondo SsTC 13/2007 e 31/2010); o, inine, all’intarsio di cooperación, coordinación e participación nomopoietica sulle bases statali sotteso pressoché per intero al governo delle politiche sanitarie, demandato dagli artt. 7 ss. e 69 ss. della «Ley 16/2003, de 28 de mayo, de cohesión y calidad del Sistema Nacional de Salud»18al Consejo Interterritorial del Sistema Nacional de Salud19.

1.2 L’erompere del SAAD: ambizioni ed oggetto della LAPAD

In tale desolante orizzonte intergovernativo nomopoietico, dunque, nitidamente si staglia l’eccezionalità del fenomeno qui in esame20, in cui, sotto più proili, si avverte un avvicinamento ad assetti e fenomeni (e questioni problematiche) consueti sul fronte italiano21.

Il SAAD nasce con la «Ley 39/2006, de 14 de diciembre, de Promoción de la Autonomía Personal y Atención a las personas en situación de dependencia»22(nel seguito: LAPAD), in vigore dal 1° gennaio 2007. Oggetto ne è la regolazione delle «condiciones básicas que garanticen la igualdad en el ejercicio del derecho subjetivo de ciudadanía a la promoción de la autonomía personal y atención a las personas en situación de dependencia» (art. 1.1): la poco lineare circonlocuzione è compromessa23dall’ossessione

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dell’autoqualiicazione competenziale24, che spiega anche certe ricercate ingenuità25. Giunge in suo soccorso l’Exposición de motivos (n°. 2), più esplicita nell’additare l’introduzione di un «cuarto pilar» nel quadro del welfare state spagnolo, dopo educación, protección sanitaria e Seguridad social. Da ciò derivano in gran parte i nodi del SAAD: un intervento vasto ed organico investe per la prima volta un intero settore di welfare effettivamente invisibile al pure ben occhiuto art. 1491.1 CE26, a fronte di Comunidades che, negli ambiti di policy su cui irrompe la LAPAD (già prima facie da ricondursi all’asistencia social27), hanno tutte sin dalle origini acquisito competenza, nei rispettivi Statuti, secondo la facoltà ex art. 148.1.20ª CE28.

L’impianto dell’ambizioso proposito si completa nei cinque articoli del Título preliminar, che tratteggia (v. spec. art. 6) un’articolata e capillare piattaforma organica e lessibile di interventi complementari per l’assistenza ad un’eterogenea platea di soggetti a vario titolo non autosuficienti (anziani, disabili, altri soggetti con invalidità varie, altri soggetti richiedenti cure socio-sanitarie in appoggio a vari trattamenti clinici) e dei rispettivi entourage familiari, con assetto non contributivo, bensì al più compartecipativo. In termini oggettivi, il «cuarto pilar» persegue un’integrazione delle prestazioni sia reciproche (servizi ed erogazioni pecuniarie), sia con quelle afferenti agli altri pilastri dell’Estado de bienestar: l’ambito socio-sanitario ed amplius sociale, oggi e sempre più, s’identiica nei bracci di mare che si creano nell’«arcipelago dei diritti sociali»29. In termini soggettivi, animato da una vistosa prospettiva di coordinamento a rete30, il SAAD affronta le dificoltà di armonizzare l’intervento statale, sul fronte pubblico, con le sfere di azione delle Comunidades (e delle Corporaciones Locales), così da afiancarle ed integrarle (ma, forse, già prevedendo di soppiantarle31), e, sul fronte privato, con lo spazio (ancor più tradizionalmente) proprio dell’«importante

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malla social» del Terzo settore32e del c.d. welfare familiare33, senza escludere affatto l’offerta rinvenibile sul mercato.

1.2.1 Breve excursus sugli approcci riiutati dalla LAPAD: la subvencionalidad per l’assistenza sociale prima ed accanto al SAAD; i pro e contra del modello Seguridad social

In cerca dei proili di novità del SAAD, ci s’imbatte nella Ley nacional de servicios sociales del 198234, sorta di LAPAD ante litteram rimasta però un mero progetto. Il tentativo fallì probabilmente perché applicato in tempi poco maturi dello sviluppo dell’Estado autonómico: le controspinte alla prima generazione statutaria alle quali il progetto era afiliato35inivano fragorosamente iaccate dalla celebre STC 76/1983. Tuttavia, fu preludio al Plan Concertado de Prestaciones Básicas de Servicios Sociales, signiicativo strumento invece tout court intergovernativo-negoziale operante già dal 1988, il primo posto in essere in prospettiva nazionale in materia di servizi sociali36. Ricordato dalla stessa Exposición de motivos, sub n°. 2, che ne sottolinea una preminente afferenza agli ambiti locale ed autonomico a fronte di un ruolo statale più deilato37, il Plan concertado manifesta con il SAAD talune analogie38e talune mere somiglianze39. Maggiori, tuttavia, sono le differenze, che da una parte gli consentono a tutt’oggi di operare parallelamente al SAAD, seppur in gran parte canalizzandovisi40, e dall’altra marcano le carenze che hanno indotto il Governo Zapatero I a non avvalersene né come base concreta su cui fondare il più possente nuovo ediicio, né come modello strutturale astratto41.

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Su altro piano, s’è rivendicato in dottrina42che il più adeguato contesto competenziale (già ex art. 149.1.17ª CE) ed istituzionale-amministrativo in cui conigurare il SAAD sarebbe stato il sistema statale della Seguridad social, nel quadro di un ramo non contributivo43che, sull’irresistibile spinta dell’evoluzione/ampliamento del welfare state, è stato da tempo progressivamente ricavato da legislatore statale e giurisprudenza costituzionale44.

Tuttavia, le controindicazioni sono parse soverchie al legislatore: l’intero sforzo inanziario sarebbe stato non anche (e soprattutto) autonomico, ma statale, e più precisamente gravante sul sistema pensionistico45; un sistema ancorato a logiche previdenziali pensionistiche, poi, non avrebbe contemplato anche servizi, ma solo prestazioni economiche46; l’adesione, in particolare, ad un modello di welfare all’inglese47avrebbe escluso il settore pubblico (del tutto)48ed ostacolato non poco anche il Terzo settore; tutto ciò, in deinitiva, avrebbe inirmato la proiezione universale dei diritti tutelati. Dulcis in fundo, sotto l’egida della Seguridad social non avrebbe visto la luce il poderoso sistema intergovernativo di partecipazione autonomica all’elaborazione dell’intrinseco di pressoché tutte le decisioni estrinsecamente statali. Ad essa si rivolge nel seguito la maggiore attenzione, ma si avverte che, finalmente intrecciando le due prospettive di fondo dei casi del 1982 (una legge nazionale di sistema) e del 1988 (un sistema organico di subvencionalidad, poi molto arricchito), l’approvazione della LAPAD ha suscitato notevole interesse presso studiosi ed operatori di varie discipline, non soltanto giuridiche49.

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1.3 Proili di originalità e capisaldi del SAAD: la combinazione di «otri vecchi» con tratti innovativi ed «otri nuovi» condizionati da dinamiche tradizionali.

La percepita esigenza di coniare un’imponente struttura organizzativa per i rapporti dinamici tra i livelli di governo è ben evidenziata dallo stesso legislatore50. Sotto tale proilo, in dottrina correntemente ritenuto la vera novità dell’esperienza ordinamentale e istituzionale in esame51, la LAPAD spicca inanche in una stagione pure non scevra di altre dirette previsioni legislative ordinarie statali di collaborazione verticale-multilaterale in settori autonomici, sempre in regime di coinanziamento52. Solo essa, infatti, demanda la propria intera attuazione (e ben oltre) alla partecipazione intergovernativo-negoziale nomopoietica, cosicché i suoi strumenti e meccanismi formalizzati hanno intensità, importanza ordinamentale ed innovatività morfologica che è arduo riscontrare in precedenza53ed (a fortiori) in seguito: l’unica igura che si possa rinvenire a modello (nonostante un sostrato competenziale assai diverso) è il Sistema Nacional de Salud, non soltanto per le strutture organizzative54.

La profonda innovatività del SAAD non basta, tuttavia, ad offuscarne il chiaro innesto in un quadro di subvencionalidad: un «entramado cooperativo especialmente intenso»55in funzione nomopoietica costituisce sì otri nuovi, che però si calano all’interno di otri vecchi56(del pari intergovernativi), che ripropongono i problemi di ammissibilità costituzionale e le criticità politico-istituzionali inerenti all’autonomia inanziaria territoriale ormai da tempo tipici dello spending power spagnolo57. Il vino versato negli otri vecchi si fa notoriamente meno nuovo: impressione avvalorata dalla considerazione che, se è vero che l’intergovernamentalismo nomopoietico si dispiega sull’intero SAAD58, in modo anche deformante59, più pregnante risulta l’impatto che gli otri vecchi della subvencionalidad hanno su quelli nuovi60.

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1.4 La non-autosuficienza giuridica della LAPAD e i tre livelli di protezione

È vistosa la mancanza nella LAPAD di una deinizione diretta del SAAD61, al di là di quella ex art. 6.1, in cui la prospettiva teleologica si confonde ancora una volta con una certa tautologia; ma, a ben vedere, è povero di contenuti normativamente autosuficienti l’intero testo legislativo. Giovandosi di un’assai bassa probabilità di incorrere in violazione di riserve di legge (sia ex art. 53 CE, sia, a fortiori, ex art. 81 CE), la LAPAD evita di dettare già direttamente tutti i contenuti della decisione politica, per demandarli in gran parte ad un denso sistema di shared rule, basato su atti successivi prevalentemente di rango sub-legislativo62. La ratio di simile tecnica legislativa a «scatole cinesi», pur non ignara di potenziali spiegazioni concorrenti63, può ridursi quasi univocamente alla creazione di intercapedini procedimentali, necessarie per l’innesto degli opportuni raccordi nomopoietici (otri nuovi) e ben funzionali anche nell’ottica di una trattativa permanente sui vari risvolti inanziari (otri vecchi), lasciati vistosamente nell’instabilità64.

Nella costanza di tale approccio iper-procedimentale, il SAAD incrocia la logica degli otri vecchio e nuovo, propri capisaldi ordinamentali, con quella dei tre livelli di protezione con cui si dispiega l’insieme coordinato degli interventi. L’art. 7 LAPAD individua un «nivel de protección mínimo», completamente a carico dei Presupuestos Generales del Estado (ex artt. 9.2 e 32.2), un «nivel de protección que se acuerde» tra l’Estado e ciascuna Comunidad, oggetto di coinanziamento, ed un «nivel adicional de protección», completamente a carico di ciascuna Comunidad: i tre livelli, rispettivamente disciplinati dagli artt. 9, 10 ed 11.2, esprimono in termini di valore pecuniario l’apporto inanziario/di servizio garantito a ciascun richiedente ammesso, secondo il grado de dependencia ex art. 2665in cui si collochi66. I primi due livelli, costituendo modalità d’intervento inanziario statale (o anche statale) in ambiti di competenza di ejecución autonomica, danno vita agli otri vecchi subvencionales, che sono, in ultima analisi, il terminale dell’intero costrutto legislativo; sulle sue fondamenta s’innesta l’architettura dei raccordi negoziali interlivello de qua, che in piccola ma signiicativa parte rimane strettamente implicata in tali otri vecchi, e per il resto forma in toto gli otri nuovi nomopoietici, sedes della maggior parte degli svolgimenti intergovernativi de quibus67. Le relazioni tra i tre concentrici livelli sono delicate: non soltanto sul nivel acordado un apporto autonomico deve necessariamente sussistere (ex art. 10.4, per. 1°), ma più precisamente (ex art. 32.3, párrafo 68), nel singolo anno, ciascuna Comunidad che acceda al nivel acordado dovrà farsi carico di un apporto superiore a quello statale69. Se

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l’irrefutabile nivel mínimo, comunque lo s’interpreti, ha implicazioni su almeno uno degli altri due livelli, ampliicando i vincoli imposti dal SAAD all’autonomia periferica di spesa70, il fumus dell’incostituzionalità incombe sul nivel acordado in quanto tale. Sebbene tradizionalmente prevalente nella prassi71, è dubbia l’ammissibilità del modello dei matching grants nel quadro della subvencionalidad spagnola, segnalandosene puntualmente in dottrina uno scarso sostegno pretorio72, emergente in particolare da STC 128/199973: con tali grants, il potere centrale indirizza anche in negativo l’autonomia politico-territoriale della periferia, indotta ad impegnare risorse proprie, id est a sottrarle ad ulteriori linee di intervento di policy in self rule74.

1.5 Un organismo intergovernativo ad hoc per l’impianto/gestione del SAAD: le peculiarità strutturali del Consejo SAAD

Alla luce di tutte queste scelte fondamentali, non stupisce che la chiave di volta del SAAD, ex art. 8, sia una Conferencia sectorial appositamente istituita, il Consejo Territorial del Sistema para la Autonomía y Atención a la Dependencia (nel seguito: Consejo SAAD)75. La riproposizione dell’assetto organizzativo abituale dell’intergovernamentalismo subvencional76, tuttavia, non basta ad assimilare alle altre Conferencias tale «instrumento de cooperación»77: già sul piano statico dell’aspetto strutturale e del regime giuridico, le differenze, funzionali agli otri nuovi (v. sub par. 3), sono troppo signiicative.

Sul piano della composizione, l’art. 8.1 issa per le rappresentanze delle Comunidades autónomas la garanzia della maggioranza dei componenti: il Reglamento interno78traduce l’input nella previsione che ai diciassette

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rappresentanti autonomici si afianchino soltanto dodici complessivi omologhi ministeriali, ed aggiunge79 sia due rappresentanti di Ceuta e Melilla, sia due esponenti della Federación Española de Municipios y Provincias (ulteriore innovazione rispetto alla generalità delle Conferencias80). Ne risulta una maggioranza autonomica assoluta, tale anche ignorando i due rappresentanti delle Ciudades autónomas. Sul piano delle modalità di funzionamento, lo stesso Reglamento interno, che peraltro garantisce un favor autonomista anche in materia di convocazione81, soggiunge all’art. 12.2 che, in assenza di consensus sugli acuerdos, sia necessaria la maggioranza di ciascuno dei due corpus, statale ed autonomico82. In linea con lo spirito che sostiene l’intero costrutto intergovernativo83, tale «doble mayoría»84parrebbe volta a rendere ininluente la defezione in riunione di singole rappresentanze autonomiche85, con effetti particolarmente signiicativi sui numerosi acuerdos che danno corpo agli otri nuovi.

2 Analisi critica degli «otri vecchi»: una subvencionalidad rafforzata sul piano intergovernativo e inanziario

2.1 Uno spessore intergovernativo-negoziale inusitato già nella sequenza subvencional

Già nella parte attinente agli otri vecchi, il tessuto dei raccordi intergovernativi è per più versi più pregnante di quello previsto, per la generalità dei casi di spending power, dal canovaccio legislativo dell’art. 86.2 della Ley 47/2003, che a sua volta lo è rispetto a quanto preteso da una giurisprudenza costituzionale che neanche in questo frangente giunge mai ad imporre alcun raccordo.

In primis, nella dinamica del nivel acordado, articolata nel «marco de cooperación administrativa» demandato ex art. 10.1 LAPAD ad un acuerdo annuale del Consejo SAAD e nel suo sviluppo esplicitamente rimesso al classico cluster di convenios bilaterales (ex artt. 10.1-2 e 32), è agevole rintracciare la consueta sequenza multilateralismo/bilateralismo; tuttavia, si garantisce che siano oggetto dei convenios bilaterales (rectius, de facto già dell’acuerdo multilaterale annuale recante il marco de cooperación86) gli «objetivos, medios y recursos para la aplicación de los servicios y prestaciones» di cui agli artt. 13-25 LAPAD (art.

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10.2), ed altro ancora87. In secundis, sul versante multilaterale del «nivel de protección mínimo»88, l’art.

9.1-2, non ripropone meccanicamente (una del)le due soluzioni liberamente alternative contemplate, per tutte le ipotesi, da STC 13/1992 (sub FJ 8)89, ma preferisce attribuire la issazione del livello sì allo Stato, ma previamente «oído»90il Consejo SAAD91, e stabilire che l’inscindibile determinazione annuale dell’assegnazione inanziaria diretta a ciascuna Comunidad spetti sì ai Presupuestos Generales92, ma con temperamenti all’unilateralismo centrale93. In compenso, calato nel contesto subvencional, si riduce il valore aggiunto, in termini di garanzia per le Comunidades, di costituire maggioranza certa in Consejo SAAD: se è vero che per tali convenios l’ulteriore acuerdo preregolamentare ex art. 10.3, afferente agli otri nuovi (v. sub par. 3.1), è imprescindibile (e condizionante94), resta maggiore e determinante il condizionamento che il pur pattuito marco de cooperación subisce dal meccanismo necessario dei convenios a valle95.

Il proilo intergovernativo-negoziale degli otri vecchi, in deinitiva, si presenta inusitatamente valorizzato, pur in assenza di alcuna doverosità di valenza costituzionale; d’altra parte, tanta intensità d’assetto collaborativo resta irrilevante ai ini della (eventuale) conformazione del SAAD al quadro costituzionale statico: more solito, dal punto di vista dinamico-relazionale e sul piano propriamente giuridico, quello competenziale non è il risvolto decisivo.

2.2 Inquadramento dei livelli mínimo e acordado secondo la giurisprudenza costituzionale in materia di subvencionalidad: il nodo del sostrato competenziale

I noti assunti del Tribunal constitucional in materia di spending power assegnano caparbiamente rilievo decisivo al nodo dell’assetto competenziale, nonostante aporie ed incongruenze che non passano inosservate96: non è un caso se proprio tale proilo è risultato di gran lunga il più frequente destinatario delle rilessioni dottrinali sul SAAD97. Chi scrive ne trae un più speciico invito a vagliare analiticamente ipotetici allineamenti

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delle due ben divergenti tipologie di livello di protezione che articolano gli otri subvencionales (mínimo e acordado) rispetto alla consolidata casistica astratta scandita dal leading case STC 13/199298; l’operazione richiede a sua volta una presa di posizione in ordine all’assetto competenziale del SAAD99.

Ebbene, tanto l’assertiva Exposición de motivos (n°. 3), quanto la Disp.inal 8ª indicano con disinvoltura nel titolo competenziale ex art. 149.1.1ª CE una valida copertura per l’intero intervento legislativo100, e già in ciò la LAPAD risulta quasi un hàpax101. Ne discenderebbe, peraltro, che l’eccezionale sistema di condivisione intergovernativa, lungi da voler disinnescare sul piano della negoziazione politico-territoriale, mediante «soluciones procesuales»102anche originali, una latente conlittualità giuridica stimolata da una collocazione competenziale malsicura, costituisca una participación (stricto sensu) integralmente concessa dalla LAPAD. Ad opinione di chi scrive, invece, il sostrato competenziale non è unico e granitico: ferma restando la certa competenza statutaria exclusiva in capo a ciascuna Comunidad, esso si declina diversamente in relazione ai due livelli, rispettivamente inquadrabili in due delle casistiche descritte nell’arresto del 1992.

Quanto al nivel mínimo, si faccia l’ipotesi che sia effettivamente espressivo dello statale «título competencial genérico de intervención» (tale è la locuzione ex FJ 8.b), della STC 13/1992103) ex art. 149.1.1ª CE, in materia di «condiciones básicas que garanticen la igualdad de todos los españoles en el ejercicio de los derechos»104.

La nozione di condiciones básicas è punctum pruriens di un titolo che consolidati assunti pretori vogliono sì trasversale, ma autonomo e positivo, e non residuale, che abilita l’Estado (v. soprattutto STC 61/1997

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e STC 188/2001105) a regolare, inanche in forma integrale e non meramente in principio, sia il contenuto essenziale dei singoli diritti soggettivi, sia le posizioni giuridiche fondamentali ad essi relative, purché nella misura necessaria a garantire l’eguaglianza minima di tutti gli spagnoli nel suo esercizio106. Rientrerebbero nelle condiciones básicas, così, oltre a limiti e livelli, anche gli elementi deinitori dei diritti prestazionali del SAAD107; quanto al quadro istituzionale-organizzativo108, che del SAAD è cuore pulsante, autorevolmente si prospetta analoga sorte sull’assunto che i diritti soggettivi coinvolti, quanto mai prestazionali, richiedano prima di tutto un’adeguata ed eficace organizzazione amministrativa109. Orbene, tale ipotesi poggia per intero su una ricostruzione che non convince110, poiché omette di precisare che questi ed altri arresti pretori (v. spec. STC 247/2007, FJ 14) limitano il raggio del titolo in parola ai soli «derechos constitucionales propiamente dichos», così da escludere dal suo ambito di applicazione111i diritti coinvolti nei «principios rectores de la política social y económica» (Cap. III del Tít. I della Constitución)112: è proprio il caso dei diritti sociali113, nel cui novero ricadono grossomodo tutti quelli tutelati dal SAAD114. Ad ogni buon conto, la generosa sussunzione competenziale ipotizzata troverebbe applicazione tanto alle disposizioni della LAPAD che tratteggiano il suo proilo subvencional, quanto ai serventi otri nuovi intergovernativi nomopoietici: ma non potrebbe che essere rigorosamente coninata nel nivel mínimo115.

Passando al nivel acordado, al contrario, non pare sussistere neanche il fumus di capienti competenze statali. Il titolo ex art. 149.1.1ª CE sembra da escludersi: al di là di già quasi persuasive altre considerazioni116, dirimente è la dificoltà di conciliare la natura básica delle condizioni dettate (id est delle prestazioni così

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inanziate) con il suo afidamento ad una convergenza convenzionale tra l’Estado e ciascuna Comunidad117.

Per il resto, scarseggiano altre competenze118: nonostante per sua natura (rectius, per la relativa novità rispetto ai cataloghi competenziali) l’universo socio-sanitario e sociale viva delle già rilevate interferenze strutturali con altre competenze in materia di welfare, è d’altra parte arduo ignorare una nettissima prevalenza competenziale autonomica in parte qua (come anche, in subordine, ammettere che le eventuali interferenze possano ricomporsi attraverso le modalità parossisticamente cooperative in esame).

In deinitiva, il nivel mínimo ex art. 9 rientra (al massimo...) nella fattispecie di cui al «segundo supuesto» astrattamente delineato sub FJ 8.b), della STC 13/1992, mentre il nivel acordado ex art. 10 ricade nel «primer supuesto» (FJ 8.a)): desta stupore ed interesse, quindi, che non trovi applicazione il regime giuridico rispettivamente abbinato dal Tribunal alle due ben diverse casistiche. S’intravede, piuttosto, una loro paradossale inversione: laddove potrebbe forse accampare competenza costituzionale (nivel mínimo), l’Estado non si avvale delle facoltà unilateraliste che gli spetterebbero119; in compenso, laddove è più povero di competenze (nivel acordado), rimane parimenti lontano dall’assetto di elaborazione pretoria, che vieterebbe autentici vincoli di destinazione e prediligerebbe la territorializzazione diretta. Cosicché, se nel caso del nivel mínimo il grado di condivisione intergovernativa ed il trattamento inanziario delle spettanze riconosciute a ciascuna Comunidad risultano (al massimo...) più aperti del dovuto in senso autonomista, l’assetto del nivel acordado appare di dubbia ortodossia costituzionale.

Nessuna questione di costituzionalità, anche sotto questi proili, ha tuttavia trovato sinora concreta occasione di giustiziabilità120.

2.3 Una subvencionalidad inconsueta anche nel quantum: la notevole portata inanziaria del SAAD

Una delle ragioni della dificile giustiziabilità del SAAD si annida nel suo spessore inanzario: per rimanere ancora nell’immagine proposta, il vino versato negli otri in discorso, almeno inizialmente, risulta assai abbondante. Nonostante qualche opacità121, dalla documentazione ministeriale più aggiornata sul periodo 2007-2011122risultano apporti complessivi della sola Amministrazione statale di ammontare pari a 400 milioni di euro per l’anno 2007, a quasi 890 milioni per il 2008, ad oltre 2 miliardi per il 2009, per il 2010123e per il 2011, per

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una media di 1,5 miliardi annui124. Da altre fonti di dati125afiorano126rilevazione e stima di un incremento medio dei costi complessivi di oltre 1 miliardo su base annua ino al 2015127: il dato, approssimativamente, corrisponde sia a quello della documentazione di Governo, sia, grossomodo, a talune stime riportate in dottrina128.

Per un confronto, basti pensare che l’intera subvencionalidad convenzionale ha comportato, nel quinquennio 2002-2006 (l’ultimo precedente al primo di applicazione della LAPAD, 2007-2011), un trasferimento medio annuale di poco più di 3,33 miliardi: con tale dato si confrontino sia l’omologo del quinquennio seguente, che restituisce un valore non dissimile (poco meno di 3,12 miliardi)129, sia il citato apporto statale medio annuale al SAAD nel quinquennio 2007-2011, pari ad 1,5 miliardi. Anche a prescindere da talune parallele considerazioni130, si possono trarre almeno tre conclusioni: la subvencionalidad dovuta al SAAD costituisce una parte estremamente ampia sia del volume finanziario subvencional destinato dall’Estado ai Servicios Sociales (anche perché una certa quota della precedente subvencionalidad in materia è stata convogliata proprio nel SAAD131), sia della spesa pubblica complessiva in materia; i trasferimenti statali subvencionales da ricondursi al SAAD rappresentano quasi per metà quelli complessivi effettuati fino a tutto il 2011132; nell’ambito di una subvencionalidad totale non incrementata da un quinquennio all’altro, ed anzi leggermente diminuita, quella destinata ai Servicios sociales è almeno raddoppiata, attestandosi tra la metà e due terzi, mentre la rimanente s’è quasi dimezzata. In sostanza, s’è effettivamente prodotto il perseguito effetto redistributivo dello spostamento della spesa pubblica statale subvencional (che si amplifica ulteriormente se si considerano anche la spesa pubblica territoriale e quella privata) verso il settore assistenziale de quo, a detrimento degli altri.

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Tabella n°. 1133. Numero di convenios/acuerdos bilaterales sottoscritti e valori complessivi dell’apporto inanziario statale ed autonomico, per anno (1999-2012)

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3 Analisi critica e sistematizzazione degli «otri nuovi»: un’imponente e variegata impalcatura intergovernativa (soprattutto) nomopoietica

3.1 Rassegna tassonomica e ricostruzione critica dei raccordi spettanti al Consejo SAAD

Si è anticipato come al Consejo SAAD sia assegnata una mission a dir poco complessa134: pertanto, a poteri tradizionalmente tipici delle Conferencias sectoriales, tra cui spiccano quelli funzionali agli otri vecchi subvencionales135, si aggiungono numerosi specifici «poderes hasta ahora ineditos»136. Si tratta di raccordi assai variegati ed al servizio di funzioni numerose ed ampie (anche oltre l’elenco ex art. 8.2)137, da cui traspare lo sforzo di modulare le configurazioni strutturali giuridiche in ragione delle sfumature (quantomeno) dei sostrati competenziali.

La LAPAD, che pure non ha avuto a monte episodi formalizzati di partecipazione periferica138, conta in primis numerose previsioni di partecipazione nomopoietica formalmente qualiicata come reglamentaria. Estesa su numerosi e rilevantissimi proili tematici, si estrinseca nei seguenti atti di raccordo: 1) acuerdo

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sullo schema di Real Decreto sui criteri per determinare l’intensità di protezione (ossia, le ore mensili) di ciascuno dei servizi previsti nel Catálogo ex art. 15, e su compatibilità ed incompatibilità di ciascuno (art. 10.3); 2) propuesta sulla disciplina in materia di capacità economica del beneiciario del SAAD, con il solo vincolo di tenere conto di reddito e patrimonio (art. 14.7); 3) acuerdo sullo schema di Real Decreto sull’ammontare delle prestazioni economiche da erogarsi nel quadro complessivo del SAAD (art. 20 e Disp. adic. 1ª); 4) acuerdo sullo schema di Real Decreto di adozione del «baremo» per la determinazione del grado di dipendenza di ciascun richiedente139, vincolato soltanto al rispetto della classiicazione OMS (art. 27.2); 5) impliciti acuerdos, peraltro vincolanti, per attuazione ed esecuzione dell’intera LAPAD (Disp.in. 7ª), obbligatori in applicazione analogica degli artt. 5.4, 10.3, 20, 27.2140.

In secundis, vi sono casi in cui l’implicita ma univoca prospettiva nomopoietica ha indotto il Gobierno141a trasfondere spontaneamente in Real Decreto la disciplina (di natura reglamentaria) elaborata con acuerdo:

1) acuerdo sulle condizioni di accesso al SAAD per gli emigrati spagnoli rimpatriati (art. 5.4, che esplicita solo l’intestazione al Gobierno); 2) acuerdo sui criteri di accesso alla prestazione economica per i prestatori di cura dell’entourage familiare, in funzione del grado di dipendenza e della situazione economica (art. 18.2); 3) acuerdo sulle condizioni speciiche di accesso alla prestazione economica di assistenza personale (art. 19); 4) acuerdos, per ciascuno dei servizi previsti nel Catálogo ex art. 15, sulla determinazione degli standard essenziali di qualità (art. 35.1)142.

In tertiis, oscillano tra i compiti consueti delle Conferencias e le funzioni parzialmente o potenzialmente nomopoietiche: 1) l’adozione di meccanismi di coordinación per il caso di persone non autosuficienti stabilite fuori dalla propria residenza abituale (art. 8.2.i)); 2) la promozione di azioni di aiuto ai prestatori di cura non professionali, comprensive di programmi di formazione, informazione e indirizzi per la gestione del tempo dedicato al riposo (art. 18.4).

3.1.1 Inediti raccordi a diretta rilevanza esterna ed inedite tensioni con il divieto di administración mixta: piccolo focus

Merita attenzione particolare un’ultima categoria morfologica, quella dei raccordi aventi diretta rilevanza esterna, non perché più numerosa bensì in quanto responsabile di un’ulteriore problematica novità nel quadro dell’intero universo intergovernativo spagnolo: 1) acuerdo su criteri, raccomandazioni e condizioni minime per i comunitari Planes de Prevención de las Situaciones de Dependencia (art. 21)143; 2) acuerdo sui criteri comuni di composizione e funzionamento degli organi comunitari di valutazione tecnica della situazione di dependencia dei richiedenti, con il solo input che siano pubblici (art. 27.1); 3) acuerdo sui criteri di base del procedimento di riconoscimento della situazione di dependencia e sulle caratteristiche comuni delle commissioni procedenti e dei tecnici professionali componenti (art. 28.5); 4) issazione dei criteri per l’applicazione delle previsioni della LAPAD in materia di «copago», per la successiva attuazione da parte dei convenios relativi al nivel acordado144(art. 33.3); 5) issazione dei criteri comuni per l’accreditamento dei centri e per i piani di qualità del SAAD, nel quadro generale della qualità dell’Amministrazione statale (art. 34.2); 6) acuerdos su talune garanzie di qualità dei centri e servizi del SAAD (art. 34.3)145; 7) acuerdo

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su obiettivi e contenuti delle informazioni da apportare, da parte di ciascuna amministrazione, al sistema ministeriale di informazione interna del SAAD, vincolato a taluni indirizzi contenutistici espressi ex lege (art. 37.1); 8) promozione di un piano integrale di cura per i non autosuficienti minori di tre anni (Disp.adic. 13ª.3)146; 9) inine, l’art. 36, su formazione e qualiicazione di professionisti e altri prestatori di cura, pur non contemplando svolgimenti collaborativi, vi ha comunque dato luogo.

Sul piano formale, la diretta rilevanza esterna s’incarna nell’esito in una mera «Resolución [...] por la que se publica el Acuerdo»: sul punto, sono da subito afiorate controversie interpretative. All’impressione di un’eficacia non vincolante per le Comunidades dissidenti, precocemente tratta147, s’è contrapposta la tesi per cui le decisioni, comunque costruite nel dettaglio formale, non possano essere disconosciute da alcuna Comunidad148, preferibile: ben poco sostenibile ed eficace sarebbe un sistema che pretendesse di afidare la propria innovatività (a cui si sacriica una quota consistente di autonomia territoriale) al proprio carattere integrato149, ma tollerasse discipline dell’attività amministrativa magari anche assai differenziate tra un territorio e l’altro150. In tal modo, però, appunto delagra la violazione del generale divieto di administración mixta151.

3.2 Considerazioni critiche sui raccordi degli «otri nuovi», tra regime giuridico e rilessi sistemici della sostanza politico-inanziaria degli «otri vecchi».

La rassegna proposta desterebbe impressione persino se riguardasse una singola legge di settore italiana: la LAPAD demanda all’intergovernamentalismo negoziale ben più che la propria implementazione, fatte salve talune scelte chiare e nette152, peraltro autorevolmente ritenute carenti su taluni proili tuttavia importanti153.

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Ben emerge ora quanto anticipato sub par. 1.4: sul piano strutturale, l’intergovernamentalismo si realizza in senso verticale, nella partecipazione delle periferie di primo livello ad un’intensa negoziazione destinata a perfezionamento sintetico-centrale154, con articolazione quando infraprocedimentale, quando con diretta rilevanza esterna; sul piano funzionale, ha prospettive prevalentemente nomopoietiche (regolamentazione governativa, ma in gran parte, lo si evince dai contenuti tematici, para-legislativa) in fase (formalmente) sub-legislativa, connotate da assai lebili indirizzi (input, vincoli e limiti) da parte della Ley-madre. Giocoforza, assume una marcata preferenza, con il suo spesso sostrato giuridico, uno strumentario relazionale multilaterale, a sua volta in gran parte nuovo: non si fa, infatti, uso di alcuna Conferencia già esistente, né sectorial né generale155, bensì se ne istituisce una apposita, e soprattutto la si dota di un complessivo regime giuridico ancor più innovativo. In merito, è rimarchevole che il potere giuridico delle Comunidades di porre in minoranza le rappresentanze del Gobierno non abbia avuto occasione di esercitarsi in concreto156: spesso sulle proposte governative in Consejo SAAD, sebbene non per consensus ma a maggioranza, l’acuerdo s’è comunque formato, talvolta inanche in presenza di una convergenza piena già raggiunta in sede tecnica.

Comunque, il più rilevante proilo di regime giuridico degli atti del Consejo SAAD (nel quadro degli otri nuovi, e segnatamente nel caso più problematico in termini competeziali, ossia quando non fungano da appendice al nivel mínimo) è l’eficacia giuridica formale. Da una parte, afiora la vincolatività a carico della Comunidades che abbiano sottoscritto acuerdos aventi diretta rilevanza esterna, fermo restando quanto criticamente detto circa le Comunidades invece dissidenti (v. sub par. 3.1.1). Dall’altra parte, nel diverso caso degli acuerdos preregolamentari (in cui mancano di obiettivo rilievo eventuali opting out sul fronte autonomico), occorre inspicere lo spessore giuridico dell’eficacia nei riguardi del Gobierno157.

Ebbene, tali acuerdos paiono doversi ritenere vincolanti in tutti i casi: a tale conclusione induce, più che una preferenza per l’informe solo eccezionale (v. art. 9.1), la collocazione del raccordo in seno ad iter destinati a perfezionamento sintetico in atti normativi del potere centrale, che disciplinano proili che trovano sicuramente applicazione sull’intero territorio nazionale, del tutto a prescindere dall’evenienza dell’accesso delle singole Comunidades al nivel acordado (del quale, appunto, il SAAD ben ha potuto temporaneamente fare a meno: v. sub par. 4). Certo è, però, che non trova alcuna corrispondenza in Spagna la pur tautologica bussola che guida la casistica giurisprudenziale in Italia, ossia la rispondenza dello speciico assetto pattizio, caso per caso, ad eventuali indirette imposizioni costituzionali di effetti vincolanti, inanche a carico dell’attività legislativa (secondo la citata sentenza n°. 437 del 2001 della Corte costituzionale). I saldi assunti pretori accennati sub par. 1.1 privano gli otri nuovi di ogni garanzia di cogenza costituzionale, e la sua presenza o assenza, in più, non riveste alcuna incidenza rispetto agli eventuali scostamenti degli otri subvencionales rispetto al Sollen costituzionale che incombe loro osservare.

Condivisibili risultano, in deinitiva, le autorevoli opinioni per cui è appunto politica, e non giuridica, la vera garanzia di tenuta dell’ambizioso sistema disegnato dalla LAPAD158: proprio in tal senso emerge

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prepotentemente, come anticipato, tutto il peso degli otri vecchi subvencionales su quello nuovo nomopoietico, la cui chiara vocazione compensativa opera per lo più ad adiuvandum159. Se è vero che in tali contesti per l’Estado è normalmente facile comprare la gelosia competenziale delle Comunidades160, ben si comprendono le ragioni per cui alle forzature imposte dal SAAD all’autonomia territoriale tocchino livelli tanto bassi di giustiziabilità e giurisdizionalizzazione161.

4 La preoccupante involuzione toccata al SAAD nel quadro tumultuoso della risposta alla crisi economico-inanziaria in corso

Le risposte che anche in Spagna soprattutto il Gobierno Rajoy va fornendo alla grave crisi economico-inanziaria in corso stanno imponendo al SAAD le nitide sembianze dell’episodio. Destinato ab ovo ad un’espansione progressiva nell’arco di otto anni (e dunque dilazionata nel periodo 2007-2014162), esso è divenuto preda prima di rallentamenti applicativi contra legem163e poi di alterazioni novellistiche in peius164, in parte via via qui annotate. Tali progressive dequotazioni convergono in una parziale ma ormai perdurante inibizione, capace di minare sia le possibilità di aggiudicazione concreta dei diritti dei dependientes, sia la vèrve intergovernativa ad essa inscindibilmente ancillare165: trattandosi di palese frutto di mere politiche di bilancio, essa solo da ultimo è accompagnata da una certa ripresa, che però al più ne mitiga i contorni.

Tali pesanti défaillance si sono sinora incarnate, in primis, nella «riforma» veicolata nel luglio 2012 dal citato Real Decreto-ley 20/2012166, ma pre-concordata appena due giorni prima con un importante Acuerdo del Consejo SAAD167: la corrente deinizione di riforma vorrebbe nobilitare l’intento (e dissimulare l’effetto)

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di riduzione di spesa pubblica ma, è assai pretenziosa se non mistiicante. Dei numerosi interventi urgenti ivi previsti, in parte via via già anticipati, almeno quattro168(oltre alla già segnalata deformazione della potestà di autoregolamentazione interna del Consejo SAAD) evidenziano la recessività del metodo della collaborazione dinanzi alle percepite esigenze di una deriva verticistica governativa, invero piuttosto grossolanamente. Un primo di essi introduce talune previsioni di incompatibilità tra più prestazioni del SAAD (v., oltre al párrafo inal dell’art. 23169, soprattutto l’art. 25-bis170), cosicché la materia esce, almeno in misura parziale, dalla piena condivisione intergovernativa preregolamentare ex art. 10.3. Le tre ulteriori innovazioni non apportano novelle alla LAPAD, ma sovrapposizione di nuova disciplina su disposizioni regolamentari ino ad allora di elaborazione condivisa: un’autentica usurpazione unilaterale mediante rilegiicazione di proili di rilievo amplissimo171che è sì limitata nel tempo, ma non con riguardo a predeterminati esercizi inanziari, bensì solo mercé la clausola «Hasta tanto se regule/desarrolle reglamentariamente»172.

In secundis, ed in modo ancor più rude, il Governo-legislatore dell’emergenza inanziaria è intervenuto con ben tre consecutive sospensioni integrali del inanziamento di parte statale del nivel acordado, per gli anni 2012, 2013 e 2014, afidate, con formula sempre identica, alle ultime tre Leyes annuali di Presupuestos Generales173.

Dunque, da una parte la negoziazione intergovernativa ha ceduto il passo (temporaneamente e su singoli temi) all’autoritativa determinazione direttamente legislativa, unilaterale e addirittura con strumento urgente; dall’altra parte è rimasta sospesa tout court la parte intergovernativamente più signiicativa degli otri vecchi, con effetti fatalmente depressivi anche su quelli nuovi.

Sono degne di nota, in merito, le assai critiche prese di posizione del Consell de Garanties Estatutáries catalano nei Dictàmens 11 e 12/2012 (22 agosto) e 3/2013 (26 febbraio), rispettivamente riferiti alla riforma di luglio (su sollecitazione di taluni Deputati del Gruppo socialista), alla sospensione per il 2012 ed a quella per il 2013 (in entrambi i casi su richiesta del Govern de la Generalitat). Particolare interessante suscita il più importante dei puncta iuris posti a base della denunciata illegittimità di buona parte della riforma (e segnatamente, oltre a poche altre, di tutte le ripercorse disposizioni di spirito anti-collaborativo), nonché l’unico indicato a fondamento delle censure sollevate sulle due sospensioni anzidette: sottraendosi materia

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all’intergovernamentalismo subvencional e sospendendosi unilateralmente il matching grant acordado, nella prospettazione del Consell l’Estado starebbe ledendo le competenze catalane in materia di «servicios sociales de atención a la dependencia» (art. 166.1 EAC). Per un verso, nell’invocarsi il mantenimento proprio di quella parte del sistema di subvenciones radicato nell’unico ambito in cui lo Stato non detiene alcuna competenza, si inisce per conigurare come lesione competenziale quella che parrebbe piuttosto, per così dire, la cessazione (recte, una mera sospensione temporanea) di una pregressa situazione di dubbia ortodossia costituzionale: suggestivamente, pare quasi invocata l’applicazione di uno schematismo logico-giuridico ispirato all’istituto iure privatorum della negotiorum gestio, cui non pare destinata ad arridere particolare fortuna174. Per altro verso, è singolare che ci si dolga soprattutto della conseguente sospensione dell’applicazione di un quadro collaborativo che sussiste solo per la libera scelta politico-legislativa del 2006 di mantenere coerenza rispetto alla disciplina legislativa generale del 2003 sulle subvenciones, che a sua volta, sul piano intergovernativo, non è costituzionalmente cogente. Ancora una volta, a dispetto dell’intensità dello strumentario giuridico esaminato, la natura della garanzia di riuscita del SAAD si rivela nitidamente ben più politica che giuridica: così come gli effetti depressivi che il suo avvento ha sortito sull’autonomia territoriale sono stati de facto privi di occasioni di giustiziabilità, anche le conseguenze che la sua rarefazione esplica sul piano dei diritti come su quello relazionale-intergovernativo rimangono nel limbo di una doverosità giuridica ma non estesa alla cogenza costituzionale. Del resto, specialmente in concomitanza con la crisi economico-inanziaria ed il processo soberanista, il Consell de Garanties Estatutáries sembra non di rado incline a rivolgere allo Stato, in forma di doglianze giuridiche spesso fondate e sempre ben argomentate, rivendicazioni che purtuttavia ad un osservatore esterno sembrano illuminate da un marcato spirito polemico: il che potrebbe almeno in parte spiegare la mancata emissione di analogo Dictàmen critico avverso l’identica sospensione per il 2014.

In fundo, la recente ripresa a cui si alludeva prende corpo con l’adozione dei Reales Decretos 1050 e 1051/2013: da una parte, si riespande pro futuro (entrambi i regolamenti sono in vigore dal 1° gennaio 2014) il metodo intergovernativo negoziale primigenio in alcuni ambiti, quali il nivel mínimo (v. Real Decreto 1050/2013175, integralmente sostitutivo del Real Decreto 614/2007), le spettanze massime previste per i prestatori di cura ed i criteri per la determinazione dell’intensità di protezione per i diversi servizi (v. Real Decreto 1051/2013, integralmente sostitutivo del Real Decreto 727/2007). Dall’altra parte, però, la riforma del luglio 2012 perviene per mezzo del medesimo regolamento n. 1051176a compimento attuativo177: ne risulta che la negoziazione è sì su certi ambiti in effetti rediviva, ma sugli altri pur sempre è forzata a piegarsi all’attuazione della riforma. In ogni caso, si trova comunque ad esprimersi in un contesto di signiicativa coartazione dei margini di potenziale bargaining da parte autonomica: ciò certiicano sul piano inanziario le preoccupanti conferme sui niveles mínimo e acordado, mentre la propagazione di tale effetto depressivo sulla manutenzione dei contenuti giuridici del SAAD viene di conseguenza. Insomma, il SAAD ha timidamente riespanso gli otri nuovi, ma non quelli vecchi, ed il vino che vi versa, ben più che divenire vecchio a sua volta, non cessa di essere assai scarso.

5 Considerazioni conclusive: il SAAD come paradigma delle dinamiche intergovernative tra «partecipazione compensativa», aggiudicazione dei diritti della persona e fattore crisi

La vicenda esaminata assurge a piccolo case study sul rilievo decisivo che l’intergovernamentalismo negoziale può assumere nei riguardi degli avanzamenti del welfare state, e dunque nell’aggiudicazione effettiva dei diritti della persona. Soprattutto è paradigmatica della tendenza dell’aggiudicazione competenziale per

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elenchi (spesso tacciata di tendere, pur quando ben formulata, alla rapida obsolescenza) a subire deformazioni anche formalizzate, pur rimanendo immutata. Nello speciico, s’è affermato che, con la LAPAD, l’Estado giunge a derubricare la tipologia di competenza autonomica in materia di asistencia social da exclusiva ad una res mixta tra la competencia compartida (l’ejecución resta, infatti, saldamente autonomica, ex art. 11) ed un’inedita competencia concurrente178: in base alla quale una produzione normativa para-legislativa pattizia (non sempre nominalmente regolamentare) occupa quasi in toto spazi che spetterebbero alla legislazione (in parte statale ed in parte autonomica). Tale sorta di usurpazione extra ordinem stimola in chi scrive una suggestione verso la igura statunitense della preemption, mentre l’origine pattizia in sede intergovernativa multilaterale ricorda a taluno le Gemeinschaftsaufgaben ex art. 91a2 della Grundgesetz tedesca179, peraltro ivi recessive proprio dal 2006.

Ma il SAAD è esemplare in modo completo, nel bene e nel male. Sul lato isiologico, il complesso assetto intergovernativo-negoziale trova il suo ubi consistam proprio nel tentativo di colmare per via procedimentale una vacuità sostanziale-competenziale che, altrimenti, avrebbe potuto impedire il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi politici sposati dal potere centrale, incluso un alto grado di uniformità: l’elaborazione contenutistica è così condivisa in senso multilaterale, in contesto opportunamete opaco e de-parlamentarizzato e di spirito orizzontale. Detto altrimenti, la LAPAD dà corpo a quella partecipazione compensativa di ascendenza germanica che è notoriamente dinamica-chiave nello sviluppo storico e giuridico dell’intergovernamentalismo lato sensu, appunto anche a livello comparato.

Passando sul lato patologico, non pare qui condivisibile la pur autorevole e recente opinione che ad esso ascrive l’esperienza del SAAD in quanto tale180, limitandosi a basare su incommoda quali la scarsa eficienza decisionale e la dispersione delle responsabilità un accorato invito al legislatore a desistere de iure condendo dall’impiego delle relazioni intergovernative come strumenti di «participación» compensativa. Tali critiche, da una parte, non lasciano preigurare soluzioni alternative che facciano egualmente salve le aggiudicazioni dei diritti dei dependientes; dall’altra, soprattutto, si afidano all’exemplum della Föderalismusreform I del 2006 in Germania, supposto quale argomento comparatistico favorevole. Tuttavia, anche ammesso che si possa parlare sic et simpliciter di un organo parlamentare quale il Bundesrat come di una species del genus relazioni intergovernative181, l’argomento pare a chi scrive poco fondato ex se, soprattutto nella parte in cui accredita implicitamente una lettura dello snodo del 2006 quale volano o sintomo di una fuga del Föderalismus dalla propria tendenza lato sensu cooperativa tradizionale e caratterizzante. Non mancano indici di un’evoluzione in direzione competitiva182; tuttavia, una netta svolta in tal senso sarebbe stata affatto estranea alla cultura costituzionale tedesca: i nuovi meccanismi, infatti, in primis non si sostituiscono integralmente ai precedenti, per cui non ribaltano strutturalmente il modello de quo. In secundis, generando occasioni di Politikverlechtung soltanto differenti, postulano anch’essi un atteggiamento coordinativo tra i livelli di governo ancora marcatamente informato al principio della Bundestreue183. Più in generale, sembra

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possibile preferire letture della riforma del 2006 più contestualizzate sul piano diacronico184.

Ciò che davvero del SAAD risulta patologico è, piuttosto, una degenerazione per via inanziaria che, investendolo persistentemente, è capace di offenderne il portato pluralistico sul lato territoriale e al contempo su quello dei diritti.

La conclusione che ne discende è che l’intera parabola esaminata risulta quanto mai paradigmatica non soltanto del legame, proprio in prospettiva dinamico-relazionale, tra destini del pluralismo dei diritti della persona e sorti del pluralismo territoriale (legame, peraltro, potenzialmente anche conlittuale185), ma anche della correlazione necessaria in cui coesione sociale e territoriale intercettano i variegati fattori di crisi dell’epoca presente: se questi tre punti formano i vertici di un triangolo pervicacemente ineludibile, i lati che li uniscono mostrano sempre più nitidamente che la materia che li compone è in gran parte la contingente vèrve dei lussi inanziari pubblici (e dunque anche della vitalità del sistema economico).

Il presente contributo ha inteso «aprire una inestra» sull’incrocio che nelle procedural safeguards negoziali può unire vigore delle politiche di espansione del welfare e sviluppo del pluralismo territoriale: ne è emerso che passano i decenni, ma entrambi si mantengono lontani da salde garanzie costituzionali. Troppa incidenza rimane o si acquisisce, da un lato, ad irriducibili elementi di political safeguards, id est precise scelte politiche (specialmente del potere centrale) che solo in misura insuficiente o precaria sono predeterminate (o ex post facto issate) in Costituzione (nel caso spagnolo: ben poco intensamente); dall’altro lato, alla vivacità, più o meno obiettiva, delle disponibilità inanziarie pubbliche. Del resto, salendo su un piano ancor più generale, si fa forte l’esigenza innanzitutto giuridico-culturale di chiarire che l’autonomia territoriale, al pari di qualsiasi altra espressione del pluralismo (istituzionale, funzionale, amministrativo, dei diritti della persona, etc.), è in fondo un bene giuridico (sempre se e nella misura in cui tale sia ritenuto, secondo gli ordinamenti, le epoche e le sensibilità politiche) che come tale, inesorabilmente, importa ben consistenti costi, anche politici, per i consociati che vi si afidino. Il futuro dirà ino a che punto sia loro possibile rinunciare ai fattori del pluralismo giuridico-politico senza tradire lo sviluppo civile delle rispettive democrazie: ma il futuro non è mai del tutto distinguibile dal presente.

[1] La dogmatica spagnola rinviene participación (periferica) in senso proprio, e non colaboración/cooperación, in presenza di titoli di competenza soltanto statale (esclusiva), a fronte di meri interessi territoriali autonomici (con le parole, ex multis, di PÉREZ CALVO, Alberto. Hacia un concepto singular de la participación en el Estado autonómico. En: ID. (coord.). La participación de las comunidades autónomas en las decisiones del Estado: II jornadas de Pamplona sobre el Estado autonómico. Madrid: Tecnos, 1997. Pág. 15-16: «el no competente para adoptar una decisión participa en el proceso de formación de la voluntad de quien si ostenta la competencia para adoptar esa decisión»). Ad ogni modo, nel secondo caso non si parla di autentico intreccio con la pregnanza tipica del contesto italiano, ma di generica «interrelación competencial» (v. art. 5.1, «Ley 30/1992, de 26 de noviembre, de Régimen Jurídico de las Administraciones Públicas y del Procedimiento Administrativo Común». Boletín Oicial del Estado (27 de noviembre de 1992, n°. 285), pág. 40300-40319): le competenze, meramente contermini, ben si ritengono esercitabili anche in assenza di una seppur auspicata colaboración/cooperación.

[2] In merito, v. ex multis CRUZ VILLALÓN, Pedro. La doctrina constitucional sobre el principio de cooperación. En: CANO BUESO, Juan (coord.). Comunidades Autónomas e instrumentos de cooperación interterritorial. Madrid: Tecnos (Parlamento de Andalucía). 1990. Pág. 119-134 (nonché diffusamente ID. La Construcción jurisprudencial del Estado de las Autonomías (1991). En: ID.. La curiosidad del jurista persa, y otros estudios sobre la Constitución. Madrid: Centro de Estudios Políticos y Constitucionales, 2006. Pág. 485-501), FERNÁNDEZ FARRERES, Germán. La contribución del Tribunal Constitucional al Estado autonómico. Madrid: Iustel, 2005. Pág. 167 ss. (spec.), SANZ DOMÍNGUEZ, Carlos. La colaboración entre el Estado y las Comunidades Autónomas según la Jurisprudencia Constitucional. En: CARRETERO ESPINOSA DE LOS MONTEROS, Carmen (coord.). Desarrollo del principio de colaboración en el Estado de las autonomías. Sevilla: Junta de Andalucía-Instituto Andaluz de Administración Pública, 2004. Pág. 209-242, ALLI ARANGUREN, Juan-Cruz. «El principio de cooperación en la doctrina del Tribunal Constitucional español». Revista de estudios autonómicos [Madrid: Instituto Nacional de Administración Pública], ns. 2-3 (2002-2003), Pág. 163-198, e TAJADURA TEJADA, Javier. «El principio de cooperación en el Estado autonómico: concepto, prespuestos y ines». Anuario jurídico de La Rioja [Logroño: Diputación General de la Rioja], n°. 8 (2002), Pág. 73-104.

[3] Cfr., in parte, GARCÍA MORALES, María Jesús. «Los nuevos Estatutos de Autonomía y las relaciones de colaboración: un nuevo escenario, ¿una nueva etapa?». Revista Jurídica de Castilla y León [Valladolid: Consejería de Presidencia y Administración Territorial], n°. 19 (2009), pág. 407. SÁENZ ROYO, Eva. Las relaciones intergubernamentales en España: Las relaciones de cooperación intergubernamental en la Ley de Dependencia: un paso sustantivo hacia el federalismo cooperativo. En: TUDELA ARANDA, José; KNÜPLING, Felix (coord.). España y modelos de federalismo. Madrid: Centro de Estudios Políticos y Constitucionales (Cuadernos y Debates; n°. 204), 2010. Pág. 364 ss., sottolinea il reciproco arroccamento dei due livelli: quello statale mediante l’impiego generoso delle competenze di bases, e quello autonomico nella reazione statutaria afidata a blindaje competencial e proliferazione di clausole di participación.

[4] Uno dei picchi se ne individua proprio nella fase attuale, in cui la singolare conluenza di varie crisi propizia lo svolgersi del c.d. processo soberanista catalano: cfr. CASTELLÀ ANDREU, Josep María. Democracia, reforma constitucional y referéndum de autodeterminación en Cataluña. En: ÁLVAREZ CONDE, Enrique; SOUTO GALVÁN, Clara (coord.). El Estado autonómico en la perspectiva del 2020. Madrid: Instituto de Derecho Público, 2013 (Serie Problemas Jurídicos Contemporáneos; n°. 5). Pág. 171-212, ed ID., El debate sobre la secesión de Cataluña. Dirittiregionali.org per alcune chiavi di lettura ed una sintesi di eventi e questioni problematiche (ino all’indomani delle elezioni catalane del novembre 2012: per il seguito, spicca l’approccio «canadese» contrapposto da STC 42/2014 a dichiarazione di sovranità e proclamazione del «dret a decidir» della Generalitat del febbraio 2013, incapace però di indurla a revocare l’indizione della controversa consulta per il 9 novembre 2014 immediatamente sospesa, al pari dell’apposita Ley catalana, dal medesimo Tribunal ex art. 161.2 CE il 29 settembre 2014).

[5] Cfr., ex multis, TUDELA ARANDA, José. Heterogeneidad y asimetría en un estado indeinido. Una aceptación de la diversidad que es una puerta de futuro. En: ID.; KNÜPLING, Felix (coord.). España y modelos de federalismo. Madrid: Centro de Estudios Políticos y Constitucionales (Cuadernos y Debates; n°. 204), 2010. Pág. 111-149, l’intervento di Javier Tajadura Tejada nel dibattito riportato in COLINO CÁMARA, César; LEÓN ALFONSO, Sandra; FERRÍN PEREIRA, Mónica (coord.). La práctica de la cooperación intergubernamental en España. Madrid: Centro de estudios políticos y constitucionales, 2012. pág. 94, e comunque la celebre deinizione di CRUZ VILLALÓN, Pedro. La Constitución accidental. En: PAU VALL, Francesc (coord.). El futuro del Estado Autonómico. VII Jornadas de a Asociación Española de Letrados de Parlamentos. Elcano: Aranzadi, 2001. Pág. 25-31.

[6] Cfr., ex multis, CRUZ VILLALÓN, Pedro. La doctrina constitucional sobre el principio de cooperación, op.cit., pág. 133, e GARCÍA MORALES, María Jesús. «Los nuevos Estatutos de Autonomía y las relaciones de colaboración: un nuevo escenario, ¿una nueva etapa?», op.cit., pág. 410.

[7] Cfr. i dati relativi all’VIII Legislatura (2004-2008, peraltro fase tra le più propizie per lo sviluppo del principio cooperativo), resi da PÉREZ MEDINA, José María. «Las relaciones de colaboración entre el Estado y las Comunidaddes Autónomas, desde la perspectiva de la Administración General del Estado». Revista Jurídica de Castilla y León [Valladolid: Consejería de Presidencia y Administración Territorial], n°. 19 (2009), pág. 336-337 e 340-341, e GARCÍA MORALES, María Jesús. La prevención del incumplimiento del Derecho europeo en el Estado autonómico: instrumentos, posibilidades y límites. En: BIGLINO CAMPOS, Paloma; DELGADO DEL RINCÓN Luis E. (coord.). El incumplimiento del derecho comunitario en el estado autonómico. Prevención y responsabilidad. Madrid: Centro de Estudios Políticos y Constitucionales, 2011, pág. 26 ss..

[8] Ad es. v. ivi, pág 19.

[9] Il richiamo va, soprattutto, ai noti lavori di HESSE, Konrad. «Bundesstaatsreform und Grenzen der Verfassungsänderung», Archiv des öffentlichen Rechts [Tübingen: Tübingen: J.C.B. Mohr (Paul Siebeck)], n°. 98 Band (1973), pág. 1-52, e KLEIN, Eckart. «Die Kompetenz und Rechtskompensation». Deutsches Verwaltungsblatt [Köln: Carl Heymans], n°. 14 (1981), pág. 661-667.

[10] Il fatto che tale astrattezza sia sempre rimasta ridimensiona oggi sia la valutazione positiva dell’esperienza pratica sia i conseguenti auspici di un costruttivo contagio del «cooperative federalism» al di fuori dell’ambito in parola, formulati spec. in conclusione da BÖRZEL, Tanja A.. «From Competitive Regionalism to Cooperative Federalism: The Europeanization of the Spanish State of the Autonomies». Publius: The Journal of Federalism [Oxford: Oxford University Press], n°. 30-2 (Spring) (2000), pág. 17-42.

[11] La nota espressione è di PITRUZZELLA, Giovanni. Parlamento e sistema delle autonomie. En: ASSOCIAZIONE ITALIANA DEI COSTITUZIONALISTI. Annuario 2000. Il Parlamento: atti del XV convegno annuale, Firenze, 12-13-14 ottobre 2000. Padova; CEDAM, 2001. Pág. 331-340.

[12] V., ex multis, CARPANI, Guido. La Conferenza Stato-regioni. Competenze e modalità di funzionamento dall’istituzione ad oggi. Bologna: Il Mulino, 2006, ID.. «La collaborazione strutturata tra regioni e tra queste e lo Stato. Nuovi equilibri e linee evolutive dei raccordi "verticali" ed "orizzontali"». federalismi.it [Roma: Rivista telematica], n°. 19 (2009), pág. 1-22, e MAZZARELLA, Marco. Parte Prima. Procedure ed istituti della leale collaborazione: i raccordi tra Stato e Regioni nel sistema delle Conferenze. En: CARPANI, Guido; SINISCALCHI, Arturo (coord.). Collaborare per l’ambiente. Sistema delle conferenze e consigli delle autonomie locali: casi di studio e questioni problematiche della cooperazione intergovernativa dopo la Riforma del Titolo V. Roma: Gangemi, 2013. Pág. 13-299.

[13] Bastino fugaci citazioni tratte delle sentenze della Corte costituzionale ni. 50 del 2005 (Considerato p. 5: «Per la composizione di siffatte interferenze la Costituzione non prevede espressamente un criterio ed è quindi necessaria l’adozione di principi diversi: quello di leale collaborazione, che per la sua elasticità consente di aver riguardo alle peculiarità delle singole situazioni [...]») e 437 del 2001 (Considerato p. 3: «le procedure di cooperazione o di concertazione possono [...] rilevare ai ini dello scrutinio di legittimità di atti legislativi, solo in quanto l’osservanza delle stesse sia imposta, direttamente o indirettamente, dalla Costituzione»).

[14] Si noti che non vi si annovera l’esperienza frustrata della Conferencia de Presidentes, la cui composizione (igure apicali degli Esecutivi di Estado e Comunidades), in astratto il più promettente fattore di sviluppi anche in direzione nomopoietica, è in concreto il dato che più nettamente contravviene a quel carattere di settorialità tematica che rende sostenibili, in Spagna, le più o meno performanti esperienze di intergovernamentalismo verticale multilaterale: ciò ha propiziato un’autentica sindrome da summit su cui s’è infranta ogni aspettativa pure autorevolmente formulata in dottrina, in parte de iure condendo (v., su tutti, l’incisivo AJA FERNÁNDEZ, Eliseo. «Autonomies: Relexiones sobre la Conferencia de Presidentes». Revista valenciana d’estudis autonòmics [València: Generalitat Valenciana, Conselleria de Presidencia], ns. 3-4 (2004), pág. 61-73).

[15] al di là dell’originale e (troppo?) coraggioso sistema di procedimenti preigurati dall’art. 189.3 dello Statuto catalano, quantomeno prima dell’interpretatio quasi-abrogans riservatale da STC 31/2010, FJ 123.

[16] autore di un’intensa attività di opaco back ofice istruttorio, a monte della legislazione autonomica, in funzione della trasposizione della Direttiva 2006/123/CE.

[17] V., oltre a CICUÉNDEZ SANTAMARÍA, Ruth; RAMOS GALLARÍN, Juan Antonio. La dimensión intergubernamental del sistema de financiación autonómico. En: LÓPEZ NIETO, Lourdes (coord.). Relaciones intergubernamentales en la España democrática: interdependencia, autonomía, conlicto y cooperación. Madrid: Dykinson, 2006. Pág. 175-203, CALVO VÉRGEZ, Juan. «El Consejo de Política Fiscal y Financiera en el nuevo modelo de Financiación Autonómica». Crónica tributaria [Madrid: Instituto de Estudios Fiscales], n°. 139 (2011), pág. 7-43, e MANZANO SILVA, Elena. «Consideraciones en torno al Consejo de Política Fiscal y Financiera». Impuestos: Revista de doctrina, legislación y jurisprudencia [Madrid: Edilex], n°. 3 (2008), pág. 165-190; da ultimo v. CARMONA CONTRERAS, Ana María. Il inanziamento delle Comunità autonome in Spagna: dalla Costituzione, alla LOFCA, agli statuti di autonomia riformati? Cronaca di un complesso intreccio normativo. En: NICOLINI Matteo; PALERMO Francesco, Federalismo iscale in Europa. Esperienze straniere e spunti per il caso italiano. Napoli: Edizioni scientiiche italiane, 2012. Pág. 63-94.

[18] Boletín Oicial del Estado (28 de mayo de 2003, n°. 128), pág. 20567-20588.

[19] Si tratta di temi non frequentissimi nella letteratura costituzionalistica: v. almeno PEMÁN GAVÍN, Juan María. «La nueva coniguración del Sistema Nacional de Salud tras la Ley de Cohesión y Calidad (Ley 16/2003, de 28 de mayo)». Revista Vasca de Administración Pública. Herri-Arduralaritzako Euskal Aldizkaria [Oñate: Instituto Vasco de la Administración Pública. HerriArduralaritzaren Euskal Erakundea], n°. 71 (2005), pág. 173-222, ESCRIBANO COLLADO, Pedro. «Sanidad: La cohesión del Sistema Nacional de Salud: las funciones del Consejo Interterritorial». Noticias de la Unión Europea [Valencia: CISS], n°. 253 (2006), pág. 9-18, e da ultimo BELTRÁN AGUIRRE, Juan Luis. Los logros de la descentralización sanitaria. En: PEMÁN GAVÍN, Juan María; KÖLLING, Mario (coord.). La descentralización sanitaria. Zaragoza: Fundación Manuel Giménez Abad, 2012. Pág. 53-84, e RODRÍGUEZ-VIGIL RUBIO, Juan Luis. El reto de la cohesión del sistema Nacional de Salud. Ivi, pág. 85-113.

[20] In termini politici, è uno dei contributi paradigmatici dell’epoca Zapatero, la cui política autonómica è stata contrassegnata dalle eccezionali esperienze di multilateralismo nomopoietico ora ricordate, da un certo aumento del numero e dell’attività (incluso il rilievo inanziario) delle Conferencias sectoriales, dall’intera segunda generación estatutaria, dall’istituzione della Conferencia de Presidentes e persino da un’inedita intensiicazione del relazionalismo interautonomico, tra 2008 e 2011 (v. gli Encuentros entre Communidades Autónomas para el desarrollo de los Estatutos de Autonomía, e successiva evoluzione in un’efimera Conferencia orizzontale). Sulle prime fasi, v. ad es. BALDINI, Gianfranco; PICARELLA, Lucia. «Il governo Zapatero e le autonomie». Le Istituzioni del Federalismo [Rimini: Maggioli (Regione Emilia-Romagna)], n°. 5 (2006), pág. 875-895.

[21] Si evita qui, però, la micro-comparazione: proprio nell’ambito socio-sanitario e sociale a tutt’oggi l’Italia presenta forse la più vistosa assenza di un organico strumentario intergovernativo-negoziale, incommensurabile con il vastissimo apparato dell’intergovernamentalismo sanitario (cfr. ex multis CARPANI, Guido. Accordi e intese tra Governo e regioni nella più recente evoluzione del SSN: spunti ricostruttivi. En: BALDUZZI, Renato (coord.). Trent’anni di Servizio sanitario nazionale. Un confronto interdisciplinare. Bologna: Il Mulino, 2009, pág. 35-71, ID.. «Il Patto per la salute 2010-2012 questioni "vecchie" e modalità "nuove" di governo condiviso e responsabile del servizio sanitario», amministrazioneincammino.luiss.it [Roma: Luiss - Rivista telematica], 28 novembre 2009, e MAZZARELLA, Marco. Parte Prima. Procedure ed istituti della leale collaborazione: i raccordi tra Stato e Regioni nel sistema delle Conferenze, op.cit., pág. 248-258). È carente, invero, una prospettiva stabile e coordinata di intervento pubblico tout court: in merito, netta preponderanza premia da tempo la c.d. indennità di accompagnamento ex legge n°. 18 del 1980 (marginale complemento di un tradizionale modello familistico, che ben più strutturali alterazioni subisce dalle recenti dinamiche di mercato e migratorie: cfr. ARLOTTI, Marco. «Le politiche per la non autosuficienza: il caso italiano in prospettiva comparata». Autonomie Locali e Servizi Sociali [Bologna: Il Mulino], n°. 3 (2012), pág. 555), dato che vi si destina (2010) ben lo 0,81% del PIL, mentre alle altre componenti non sanitarie della spesa pubblica per il Long term care (su cui, in parte, vive certa relazionalità nelle Conferenze, del resto consueta e costituzionalmente cogente in caso di spending power) rimane appena uno 0,19% (v. MASSICCI, Francesco. «La spesa per Long term care». Quaderni di Monitor [Roma: Agenas], n°. 10 (2012), pág. 17).

[22] Boletín Oicial del Estado (15 de diciembre de 2006, n°. 299), pág. 44142-44156.

[23] Oltre che da una certa distorsione funzionale dello strumento normativo per parallele esigenze di comunicazione politicoculturale (in questo caso, giustamente solenne) e da una certa indulgenza verso l’autonimia e la promozione di locuzioni di origine dottrinale a veri nomina iuris (v. «derecho subjetivo de ciudadanía»).

[24] È palese il tentativo di riecheggiare proprio il titolo competenziale ex art. 149.1.1ª CE (su cui v. sub par. 2.2).

[25] Aleggia una certa insistenza sulla differenza tra titolarità ed esercizio: con la LAPAD non si starebbe aggiudicando la titolarità di alcun diritto soggettivo, ma soltanto disciplinandone l’esercizio. Ma le conseguenti contraddizioni concettuali sono marcate, nella prospettiva dogmatica costituzionale spagnola: i diritti soggettivi coinvolti nella LAPAD, non «fundamentales» ex art. 81 CE, sono esigibili nei riguardi non del legislatore, ma solo dell’Amministrazione, giacché non è la Costituzione ad aggiudicarli, ma necessariamente la legge; ma quale legge, se quell’unica rilevante sul punto nega di essere la responsabile di tale aggiudicazione?

[26] che invece, sui primi tre pilastri, rispettivamente sub 30ª, 16ª e e 17ª, da sempre attribuisce all’Estado competenze quantomeno in punto di bases (nel caso della protección sanitaria, si tratta di «Bases y coordinación general»).

[27] È dirimente la rilevanza, quale condizione d’accesso, della pura situazione di necessità del beneiciario, al di fuori di alcun criterio di piena contributività: cfr. CASTELLÀ ANDREU, Josep María. La Constitución territorial (Cap. III, apartado 3). En: ESCOBAR ROCA, Guillermo (coord.). Derechos sociales y tutela antidiscriminatoria. Cizur Menor: Aranzadi, 2012. Pág. 394, e SÁENZ ROYO, Eva. Las relaciones intergubernamentales en España: Las relaciones de cooperación intergubernamental en la Ley de Dependencia: un paso sustantivo hacia el federalismo cooperativo, op.cit., pág. 367 ss., la quale, a pág. 368-369, confuta autorevoli opinioni contrarie: in particolare, se LÓPEZ CUMBRE, Lourdes. «Fisuras de una ley histórica en materia de protección social: el Proyecto de Ley de Dependencia». Revista General de Derecho del Trabajo y de la Seguridad Social [Madrid: Iustel, Portalderecho], n°. 11 (2006), pág. 8, individua caratteri già tipici delle prestazioni pensionistiche e sanitarie, AJA FERNÁNDEZ, Eliseo. El periódico 12/02/2007, deduce la novità della materia e la pertinenza all’art. 149.3 CE.

[28] SÁENZ ROYO, Eva. Las relaciones intergubernamentales en España: Las relaciones de cooperación intergubernamental en la Ley de Dependencia: un paso sustantivo hacia el federalismo cooperativo, op.cit., pág. 367, nt. 17, segnala comunque le ben otto locuzioni diverse riscontrabili negli Statuti: da quella propria del medesimo art. 148.1.20ª CEAsistencia social») ino a versioni (prevedibilmente) ben più ampie (come «Acción y bienestar social» ex art. 30.15 EAIB), passando per la frequente preferenza per «Servicios sociales» (spec. nuovi Statuti catalano, andaluso e valenciano). Per un quadro aggiornato alle ultime battute della segunda generación estatutaria (2011) e più speciicamente riferito alla dependencia, v. MONTERO CARO, María Dolores. «Fundamentos Constitucionales de la Ley 39/2006, de 14 de diciembre, de Promoción de la Autonomía Personal y Atención a las personas en situación de dependencia: especial referencia al ámbito andaluz». Lex social: revista de los derechos sociales, nº. 1 (2013), pág. 138. Sui nomina iuris statutari ed in gen. sul dibattito competenziale ino all’adozione della LAPAD, v. su tutti AGUADO MENDOZA, Rosa María. El Estado de las Autonomías y la Acción Social. Apunte sobre el concepto de Asistencia Social y Servicios Sociales y análisis de la distribución de competencias entre el Estado y las Comunidades Autónomas. En: CARRASCO DURÁN, Manuel; PÉREZ ROYO, Javier; URÍAS MARTÍNEZ, Joaquín Pablo; TEROL BECERRA, Manuel José (coord.). Derecho constitucional para el siglo XXI: actas del VIII Congreso Iberoamericano de Derecho Constitucional. Vol. II. Cizur Menor: Aranzadi, 2006. Pág. 4671-4702.

[29] La nota locuzione è mutuata da BALDASSARRE, Antonio. (Voce) Diritti sociali. En: Enc.giur.. Vol. XI. Roma: Treccani, 1991, pág. 29, col. 1a.

[30] A sua volta basato su un’idea politica di integrazione nazionale, ben innervata sul piano propriamente ideologico.

[31] Emerge già dall’analisi dei dati inanziari (v. sub par. 2.3) come la LAPAD, vaniicando la clausola di salvaguardia ex art. 6.3, abbia mobilitato ingenti risorse periferiche per focalizzarle sul SAAD e così distrarle da altre potenziali destinazioni: ne è emblematica la (non sorprendente) incorporazione subita nel 2012 dalla Conferencia sectorial de asuntos sociales nel Consejo SAAD (v. sub par. 1.5).

[32] V., ancora, l’Exposición de motivos (n°. 2).

[33] Cfr., ex multis, ancora SÁENZ ROYO, Eva. Las relaciones intergubernamentales en España: Las relaciones de cooperación intergubernamental en la Ley de Dependencia: un paso sustantivo hacia el federalismo cooperativo, op.cit., pág. 367.

[34] V., in merito, GUTIÉRREZ RESA, Antonio. «El Plan Concertado de Prestaciones Básicas de Servicios Sociales en España (Once años del Plan Concertado)». Reis: Revista española de investigaciones sociológicas [Madrid: Centro de Investigaciones Sociológicas], n°. 93 (2001), pág. 95.

[35] Si allude alla traiettoria che dagli Acuerdos Autonómicos del 1981 portò al Proyecto della LOAPA.

[36] V. diffusamente GUTIÉRREZ RESA, Antonio. «El Plan Concertado de Prestaciones Básicas de Servicios Sociales en España (Once años del Plan Concertado)», op.cit., pág. 89-132; le Memorias annuali degli ultimi sono disponibili all’indirizzo web istituzionale http://www.msssi.gob.es/en/ssi/familiasInfancia/inclusionSocial/serviciosSociales/planConcertado/home.htm .

[37] MORENO FERNÁNDEZ, Luis. L’Europa asocial. Crisis y estado del bienestar. Barcelona: Ediciones Península, 2012. pág. 108, invece, sottolinea la modalità limitata e rudimentale dell’intervento dei poteri pubblici spagnoli in materia di servizi sociali, che appunto sarebbe dovuto culminare con l’implementazione deinitiva della LAPAD nei modi e tempi originariamente ivi stabiliti.

[38] V. l’appartenenza al genus della subvencionalidad e la logica del coinanziamento interlivello (schema dei matching grants).

[39] V. la combinazione tra fasi intergovernative bilaterale a valle (i convenios de colaboración ex art. 86. 2 della «Ley 47/2003, de 26 de noviembre, General Presupuestaria». Boletín Oicial del Estado (27 de noviembre 2003, n°. 284), pág. 42079-42126) e multilaterale a monte, che qui non si basa sul consueto plan conjunto in sede di apposita Conferencia ma anch’essa su un cluster esaustivo di convenios administrativos bilaterales tra Ministerio competente, ciascuna Comunidad ed Autonomie locali (cfr. GUTIÉRREZ RESA, Antonio. «El Plan Concertado de Prestaciones Básicas de Servicios Sociales en España (Once años del Plan Concertado)», op.cit., pág. 92). V., inoltre, lo sforzo inanziario: in termini complessivi il Plan Concertado può dirsi quasi accostabile al SAAD (ad es., per l’anno 2010 l’ammontare complessivo supera 1,4 miliardi di euro: v. MINISTERIO DE SANIDAD, SERVICIOS SOCIALES E IGUALDAD -SECRETARÍA DE ESTADO DE SERVICIOS SOCIALES E IGUALDAD - DIRECCIÓN GENERAL DE DERVICIOS PARA LA FAMILIA Y LA INFANCIA. El Sistema Público de Servicios Sociales. Plan Concertado de Prestaciones Básicas de Servicios Sociales en Corporaciones Locales 2010-2011 Pág. 33, Cuadro n°. 11), ma ne rimane ben lontano se si computa il solo apporto statale. Questo, infatti, si limita a coprire appena il 6-7% del totale (v. ancora ivi, pág. 34, sub 1° graico) e per di più si riduce ad appena 47 milioni nel 2012 (v. la «Resolución de 20 de diciembre de 2012, de la Secretaría de Estado de Servicios Sociales e Igualdad, por la que se publica el Acuerdo del Consejo de Ministros de 14 de diciembre de 2012, por el que se formalizan los criterios de distribución, así como la distribución resultante, para el año 2012, de los compromisos inancieros aprobados por la Conferencia Sectorial de Asuntos Sociales, en su reunión de 10 de julio de 2012, respecto de los créditos destinados a la coinanciación de planes o programas sociales». Boletín Oicial del Estado (29 de diciembre de 2012, n°. 313), pág. 89525-89529).

[40] Plan Concertado e SAAD sono soltanto interferenti, in termini di obiettivi di policy (il primo predispone soltanto, a livello locale, un sistema di atención primaria nell’ambito dei servizi sociali, con cui non può certo cogliere l’intera, articolata domanda sociale generata dalle situazioni di dependencia) e, conseguentemente, di prestazioni inanziate (parzialmente sovrapposte soltanto nell’ayuda a domicilio del Plan, laddove riferita ai dependientes; le altre contemplate sin dal 1988 sono Información y orientación, Fomento al asociacionismo e Programas de convivencia).

[41] Nell’economia del Plan Concertado la gestione (limitata all’esercizio delle funzioni amministrative legate ai servizi non amministrativamente erogati) compete fondamentalmente alle Corporaciones Locales, mentre nel SAAD la posizione privilegiata spetta alle Comunidades: è evidente che un’evoluzione in tal senso costituisse interesse politico piuttosto condiviso tra Governi nazionale ed autonomici. Ma soprattutto, anche in vista di una più certa omogeneità tra territori, l’Estado ricercava maggiore protagonismo nell’abbrivio politico generale, più profondità ed organicità nella issazione di indirizzi uniformi ed una visibilità politica meno fosca che nei casi generali di subvencionalidad.

[42] Sul punto, v. SUÁREZ CORUJO, Borja. «Dependencia y Estado autonómico. El encaje competencial del Proyecto de ley de promoción de la autonomía personal y atención a las personas en situación de dependencia». Relaciones laborales: Revista crítica de teoría y práctica [Madrid: La Ley], n°. 2 (2006), e ROQUETA BUJ, Remedios. El sistema para la autonomía y atención a la dependencia. En EAD. (coord.). La situacion de dependencia. Régimen jurídico aplicable tras el desarrollo estatal y autonómico de la Ley de Dependencia. Valencia: Tirant lo Blanch, 2009, pág. 107.

[43] Grossomodo, più che una modellistica prevalente in ambienti germanici (su cui v. RUIDÍAZ GARCÍA, Carmen. «La política social de atención a las personas dependientes en España. Balance y perspectivas de la Ley de dependencia», Redur: Revista electronica de derecho de Universidad de La Rioja [Logroño: Departamento de Derecho, Universidad de La Rioja], n°. 10 (2012), pág. 184), si sarebbe percorsa la via da tempo battuta in Italia, con la citata indennità di accompagnamento.

[44] L’asistencia, in origine residuale e straordinaria, scarsa nel peso inanziario, discrezionale nella garanzia (e dunque non generativa di diritti soggettivi perfetti) e di esclusiva competenza autonomica, è stata afiancata da un’assistenza sociale interna al sistema statale della Seguridad social, priva dei caratteri ora ricordati ma parimenti non contributiva. MONTILLA MARTOS, José Antonio. «El debate competencial en torno a la Ley de dependencia». Informe comunidades autónomas [Barcelona: Instituto de Derecho Público], n°. 2006 (2006), pág. 856-858, ben chiarisce l’endorsement di STC 239/2002 alle basi ricostruttive della «Ley 26/1990, por la que se establecen en la Seguridad Social prestaciones no contributivas». Boletín Oicial del Estado (22 de diciembre de 1990, n°. 306), pág. 38246-38251, basato sul carattere sovraregionale dell’intervento. Ma tale orientamento si è poi evoluto: se CASTELLÀ ANDREU, Josep María. La Constitución territorial (Cap. III, apartado 3), op.cit., pág. 395, critico sull’impiego della competenza sulla Seguridad social a fondamento di politiche statali in materia di assistenza sociale, ritiene opportuna spec. la rettiicazione per mano di STC 13/2007, SÁENZ ROYO, Eva. Las relaciones intergubernamentales en España: Las relaciones de cooperación intergubernamental en la Ley de Dependencia: un paso sustantivo hacia el federalismo cooperativo, op.cit., pág. 371, precisa che l’abbandono di tale giustiicazione è andato precocemente a vantaggio del titolo ex art. 149.1.1ª (pure a sua volta problematico: v. sub par. 2.2).

[45] La dirimente criticità del proilo è segnalata anche da MONTILLA MARTOS, José Antonio. «El debate competencial en torno a la Ley de dependencia», op.cit., pág. 859; peraltro, l’assente contributività da parte del singolo beneiciario avrebbe imposto un sensibile abbassamento, non potendosi ricorrere all’innalzamento del livello di «copago» (che, anzi, sarebbe probabilmente scomparso del tutto: v. subito infra).

[46] da cui la scomparsa del «copago»; tale soluzione avrebbe, poi, comportato diseconomie di scala ed un impoverimento amministrativo senz’altro poco gradito tanto al proponente Governo Zapatero, quanto alle stesse Comunidades.

[47] in cui la domanda si sarebbe trovata troppo sbilanciata in favore dei servizi disponibili sul mercato (id est, peraltro, in gran parte presso enti ecclesiastici...).

[48] Infatti, venendo meno la necessità di un’organizzazione amministrativa ad hoc, non si sarebbero intestati alle Comunidades compiti di ejecución, che sono invece elemento di costante interesse delle periferie, in generale.

[49] V., ex multis, LASAGABASTER HERRARTE, Iñaki. «La Ley de promoción de la autonomía personal y atención a las personas en situación de dependencia: una relexión desde la perspectiva competencial». Revista d’Estudis Autonòmics i Federals [Barcelona: Generalitat de Catalunya. Institut d’Estudis Autonòmics], n°. 4 (2007), pág. 129-158, COBO GÁLVEZ, Pablo. «La organización del Sistema para la Autonomía Personal y Atención y a la Dependencia y despliegue de la Ley 39/2006». Presupuesto y gasto público [Madrid: Instituto de Estudios Fiscales], n°. 56 (2009), pág. 57-73, ROQUETA BUJ, Remedios. Capítulo 2. El sistema para la autonomía y atención a la dependencia. En: EAD. (coord.). La protección de la dependencia. Valencia: Tirant lo Blanch, 2007. Pág. 73-134, MONTILLA MARTOS, José Antonio. «El debate competencial en torno a la Ley de dependencia», op.cit., pág. 853-878, DÍEZ SASTRE, Silvia. La Ley de Dependencia en el sistema constitucional de reparto competencial entre el Estado y las Comunidades Autónomas: en especial, la prohibición de administración mixta. En: RODRÍGUEZ DE SANTIAGO, José María; DÍEZ SASTRE, Silvia (coord.). La administración de la Ley de Dependencia. Barcelona: Marcial Pons - Ediciones Jurídicas y Sociales, 2012. Pág. 15-58, ALEMÁN BRACHO, María del Carmen. Políticas sociales para personas mayores. En: GÓMEZ SÁNCHEZ, Yolanda; TENORIO SÁNCHEZ, Pedro J.; VIDAL PRADO, Carlos J. (coord.). Constitución y democracia: ayer y hoy. Libro homenaje a Antonio Torres del Moral. Vol. II. Madrid: Universitas, 2012. Pág. 2175-2204, GORI, Cristiano; CASANOVA, Georgia. «La riforma dell’assistenza ai non autosuficienti in Spagna». Tendenze nuove [Bologna: Il Mulino], n°. 1 (2009), pág. 57-80.

[50] È il secondo ed ultimo contenuto tematico dell’art. 1: lo sforzo di esaustività terminologica (v. apartado 2) si spinge al punto di fondere quasi in una grande endiadi i nomina iuris-concetti colaboración, participación, coordinación e cooperación (ennesimo indizio della consapevolezza del legislatore statale di trovarsi ad operare non vistosamente all’interno del perimetro delle proprie competenze costituzionali, in misura più o meno profonda secondo la ricostruzione che si adotti: v. sub par. 2.2).

[51] Cfr., ex multis, COBO GÁLVEZ, Pablo. «La organización del Sistema para la Autonomía Personal y Atención y a la Dependencia y despliegue de la Ley 39/2006», op.cit., pág. 63.

[52] GARCÍA MORALES, María Jesús. «Convenios de colaboración entre el Estado y las Comunidades y entre Comunidades Autónomas». Informe comunidades autónomas [Barcelona: Instituto de Derecho Público], n°. 2008 (2009), pág. 168, ed EAD.. Instrumentos y vías de institucionalización de las relaciones intergubernamentales. En: ARBÓS MARÍN, Xavier (coord.). Las Relaciones intergubernamentales en el estado autonómico: la posición de los actores. Barcelona: Generalitat de Catalunya. Institut d’Estudis Autonòmics, 2009 (Col?lecció: Institut d’Estudis Autonòmics; n°. 64). Pág. 53, segnala i Programas de cooperación territorial in materia di Educación, il Programa de Desarrollo Rural Sostenible e la disciplina diretta di un matching grant per la salute orale.

[53] Sullo spessore di tale «espectacular» eccezionalità, v., ex multis, GARCÍA MORALES, María Jesús. «Los nuevos Estatutos de Autonomía y las relaciones de colaboración: un nuevo escenario, ¿una nueva etapa?», op.cit., pág. 408, e SÁENZ ROYO, Eva. Las relaciones intergubernamentales en España: Las relaciones de cooperación intergubernamental en la Ley de Dependencia: un paso sustantivo hacia el federalismo cooperativo, op.cit., pág. 373.

[54] Su cui insistono LANTARÓN BARQUÍN, David. «Proyecto de Ley de promoción de la autonomía personal y atención a las personas en situación de dependencia: primeras conclusiones de su lectura». Información laboral. Jurisprudencia [Valladolid: Lex Nova], n°. 1 (2006), pág. 4 ss. e ROQUETA BUJ, Remedios. Capítulo 2. El sistema para la autonomía y atención a la dependencia, op.cit., pág. 99-100.

[55] Giudizio e locuzione di GARCÍA MORALES, María Jesús. Instrumentos y vías de institucionalización de las relaciones intergubernamentales, op.cit., pág. 52 e 53.

[56] Di tale dicotomia, di diretta matrice evangelica, si farà uso costante anche nel seguito, per comodità espositiva.

[57] Cfr. GARCÍA MORALES, María Jesús. «Los nuevos Estatutos de Autonomía y las relaciones de colaboración: un nuevo escenario, ¿una nueva etapa?», op.cit., pág. 408.

[58] Quanto normativamente prodotto negli otri nuovi esplica effetti regolatori in merito all’intero SAAD, e quindi anche sugli otri vecchi subvencionales, nonché su ambiti di responsabilità inanziaria in via teorica esclusivamente autonomica (per cui di self rule autonomico può parlarsi, al massimo ed in misura parziale, sul solo piano inanziario): si pensi ai criteri comuni di valutazione della non autosuficienza ex art. 27.2 (dopo le novelle introdotte dal «Real Decreto-ley 20/2012, de 13 de julio, de medidas para garantizar la estabilidad presupuestaria y de fomento de la competitividad» (Boletín Oicial del Estado (14 de julio de 2012, n°. 168), pág. 50428-50518)) o ai criteri di base del relativo procedimento ex art. 28.5 (in questo caso in dal 2006).

[59] In primis perché il perfezionamento sintetico (almeno laddove infraprocedimentale) non esclude formalmente, ma senz’altro priva di senso la consueta facoltà di opting out in sede di acuerdo-convenios spettante a ciascuna Comunidad.

[60] V. spec. sub parr. 2.1, 2.3 e 3.2 (in ine).

[61] Cfr. COBO GÁLVEZ, Pablo. «La organización del Sistema para la Autonomía Personal y Atención y a la Dependencia y despliegue de la Ley 39/2006», op.cit., pág. 58. La scelta non si deve certo al severo, plurisecolare monito di Giavoleno («omnis deinitio in iure periculosa»), giacché in generale le deinizioni non mancano affatto (v. art. 2).

[62] Rango che si declina in senso pieno (regolamenti), in senso lato (decisioni amministrative di variegata natura) e inanche in termini para-legislativi.

[63] MAZZARELLA, Marco. «Decretazione d’urgenza e atti "post-legislativi" del Governo: spunti dall’esperienza della XVI Legislatura». Osservatoriosullefonti.it [Firenze: Rivista telematica], n°. 2 (2011), Pág. 60 ss. (con riferimento all’ambito della decretazione d’urgenza nella recente prassi legislativa italiana, in cui il fenomeno è frequentissimo a dispetto di criticità di ordine costituzionale ancor più gravi), addita «un effetto-annuncio, un effetto opacizzante, un effetto dilatorio, un effetto di frazionamento della decisione politica». Si segnala che la tendenza ha applicazione singolarmente massiccia anche nel caso di delegazione legislativa più rilevante degli ultimi anni, ex legge n°. 42 del 2009, in materia di federalismo iscale (cfr. ID.. Il sistema delle Conferenze tra Riforma del Titolo V e prospettive del federalismo iscale. En: MANGIAMELI, Stelio (coord.). Il regionalismo italiano dall’Unità alla Costituzione e alla sua riforma. Vol. II. Milano: Giuffrè, 2012. ISSiRFA-CNR, spec. pág. 403 ss.).

[64] Per tabulas in contraddizione con l’Exposición de motivos (n°. 2) nella parte in cui indica la necessità di «un marco estable de recursos y servicios» quale obiettivo imprescindibile che solo il SAAD avrebbe garantito.

[65] Peraltro, ino alla riforma del luglio 2012, ciascun grado si sub-articolava in due livelli.

[66] In questo modo, diversi soggetti aventi analoga situazione di non autosuficienza godranno: ovunque e sicuramente, di un certo quantum (effettivamente pecuniario o in termini di valore economico delle prestazioni spettanti) garantito dall’Estado quale nivel mínimo (ad esempio, per l’anno 2011 il valore massimo, corrispondente al livello massimo di gravità e dunque di bisogno, fu issato in 266,57 euro); in caso di accesso della rispettiva Comunidad di residenza al nivel acordado, di un ulteriore ammontare di provenienza coinanziata; in caso di ulteriori disponibilità inanziarie autorizzate dalla rispettiva Comunidad a titolo di nivel adicional, di un terzo strato.

[67] E ciò garantisce che la partecipazione intergovernativa che vi s’incarna possa almeno in parte sopravvivere anche nella drammatica fase attuale, in cui tali otri vecchi risultano effettivamente dimezzati (v. sub par. 4).

[68] A norma del quale «La aportación de la Comunidad Autónoma será, para cada año, al menos igual a la de la Administración General del Estado como consecuencia de lo previsto en este apartado y en el anterior», rispettivamente relativi al nivel acordado e al nivel mínimo.

[69] Nell’improbabile caso contrario, invece, il medesimo vincolo le impone di erogare un nivel adicional in misura non inferiore a quanto apportato nello stesso anno dall’Estado a titolo di nivel mínimo: tale interpretazione, costituzionalmente orientata e sistematica, armonizza le ultime controverse parole di detto párrafo 2° con gli artt. 7, 9 e 10, lasciando ciascuna Comunidad libera di riiutare il nivel acordado, accedendo soltanto a quello mínimo. Cfr. MONTILLA MARTOS, José Antonio. «El debate competencial en torno a la Ley de dependencia», op.cit., pág. 871-872 e 878, che fa leva sull’imprescindibile esigenza di preservare il carattere voluntario della cooperación prevista dalla LAPAD, sebbene parta dall’idea che il minimo di apporto inanziario periferico sia riferito al solo nivel acordado, che così risulterebbe un semplice matching grant quantomeno ifty-ifty.

[70] Ad ogni modo, la quota di partecipazione autonomica è giunta a superare il 50% soltanto nel 2010: v. MINISTERIO DE SANIDAD, SERVICIOS SOCIALES E IGUALDAD - SECRETARÍA DE ESTADO DE SERVICIOS SOCIALES E IGUALDAD - DIRECCIÓN GENERAL DE DERVICIOS PARA LA FAMILIA Y LA INFANCIA. El Sistema Público de Servicios Sociales. Plan Concertado de Prestaciones Básicas de Servicios Sociales en Corporaciones Locales 2010-2011, op.cit., pág. 34, sub primo graico.

[71] Cfr. GARCÍA MORALES, María Jesús. «Relaciones de colaboración con las Comunidades Autónomas». Informe comunidades autónomas [Barcelona: Instituto de Derecho Público], n°. 2007 (2008), pág. 178.

[72] V. TORRES PÉREZ, Aida. La proyección de la potestad subvencional sobre la distribución competencial. Análisis de la práctica estatal. Barcelona: Institut d’Estudis Autonòmics, 2012 (Col?lecció: Institut d’Estudis Autonòmics; n°. 75), pág. 116, nt. 116, che indica proprio la LAPAD a testimonianza di quanto la coinanciación sia abituale nella prassi legislativa (in merito, si sono già ricordati taluni analoghi altri casi, coevi a quello qui in esame, e soprattutto si rinvia alla Tabella n°. 1).

[73] In caso di assenza di competenze statali, se il trasferimento inanziario delle subvenciones a ciascuna Comunidad deve essere diretto ed assolutamente incondizionato (secondo criteri di territorializzazione oggettivi, eventualmente pattuiti ad hoc), «no resultaría conforme con el orden constitucional de distribución de competencias condicionar la inanciación estatal a una efectiva coinanciación autonómica» (FJ 11).

[74] Non è un caso, anche in siffatta prospettiva, che tale sia la strategia con cui sono concepiti anche i Fondi strutturali europei, che operano proprio secondo simile schematismo.

[75] Sostituito, nel contesto della riforma del 2012 (v. spec. le Dispp.Adicc. 9ª -10ª e le novelle all’art. 8 LAPAD), dal Consejo Territorial de Servicios Sociales y del Sistema para la Autonomía y Atención a la Dependencia: all’originario Consejo è stata accorpata la preesistente e così soppressa Conferencia sectorial de asuntos sociales (centrale nell’esercizio della potestad subvencional dello Stato ratione materiae).

[76] Cfr., ad esempio, SÁENZ ROYO, Eva. Las relaciones intergubernamentales en España: Las relaciones de cooperación intergubernamental en la Ley de Dependencia: un paso sustantivo hacia el federalismo cooperativo, op.cit., pág. 373. Per incidens, l’abitualità di tale scelta nella tradizione della subvencionalidad spagnola basterebbe a spiegare la nota crescita diacronica del numero delle Conferencias sectoriales.

[77] Generica locuzione preferita al noto nomen iuris «órgano de cooperación» proprio per denotare la prima Conferencia che, senza il conforto di competenze di coordinación, adotta anche atti a diretta rilevanza esterna (v. sub par. 3.1.1); peraltro, SÁENZ ROYO, Eva. «Relaciones intergubernamentales de carácter vertical en el Estado Autonómico: el ser, el deber ser y posibles retos de futuro». Revista española de derecho constitucional [Madrid: Centro de Estudios Políticos y Constitucionales], n°. 97 (2013), pág. 64, ravvisa una natura giuridica mediana tra órgano de cooperación ed órgano colegiado in senso stretto.

[78] Adottato in origine con Acuerdo del Consejo Territorial del Sistema para la Autonomía y Atención a la Dependencia de 22 de enero de 2007 ai sensi dell’art. 8.2, inciso final, LAPAD; la cui sorprendente abrogazione (ex art. 22, n°. 2, Real Decreto-ley 20/2012) specializza tale Conferencia rispetto alle altre, stavolta in peius: il combinato disposto con la Disp.adic. 9ª.1 (oltre a ridurre l’oggetto della regolamentazione al funzionamento interno, escludendo la Presidenza) sembra riservare le eventuali modiicazioni successive a fonte superiore (la Ley?), riducendo l’autoregolamentazione ad un’una tantum (intervenuta con l’Acuerdo del Consejo Territorial de Servicios Sociales y del Sistema para la Autonomía y Atención a la Dependencia de 16 de enero de 2013, il cui testo non è stato pubblicato né risulta disponibile sul sito web istituzionale del Consejo SAAD).

[79] Questa volta in base, rispettivamente, alla Disp.adic. 11ª ed all’art. 12.2.

[80] Lo sottolinea opportunamente RUSSO, Anna Margherita. La linkage adaptation en la multi-layered European Constitution: las dinámicas asimétrico-relacionales del pluralismo territorial español en perspectiva comparada. ¿Hacia un regionalismo de integración?, disponibile all’indirizzo web istituzionale http://www.gencat.cat/drep/pdfIEA/IEA000051912/IEA000051912.pdf , pág. 72.

[81] Irrefutabile, tra l’altro, quando richiesta da almeno la metà delle Comunidades, o almeno un terzo dei membri dell’organo: peculiarità parzialmente già tipica del Consejo de política iscal y inanciera.

[82] Cfr. SÁENZ ROYO, Eva. Las relaciones intergubernamentales en España: Las relaciones de cooperación intergubernamental en la Ley de Dependencia: un paso sustantivo hacia el federalismo cooperativo, op.cit., pág. 376.

[83] E non praeter legem, sebbene anche qui senz’altro oltre la prassi conferenziale: si segnala ibidem che le scelte regolamentari su composizione e quorum deliberativo sono state senza successo oggetto di impugnazione da parte della Comunidad autónoma de Madrid (v. Sentencia de 24 de septiembre de 2008, de la Sección Cuarta de la Sala de lo Contencioso Administrativo de la Audiencia Nacional).

[84] Così MONTILLA MARTOS, José Antonio. «El debate competencial en torno a la Ley de dependencia», op.cit., pág. 60.

[85] L’effetto risulta, così, opposto (giacché assai diversi sono gli assetti competenziali rilevanti) a quello da sempre osservabile nel Consejo de política iscal y inanciera, in cui la ponderazione sugli acuerdos premia il voto statale in modo che valga tanto quanto la somma dei voti espressi dalle Comunidades componenti, e non quelle presenti o votanti.

[86] Cfr. GARCÍA MORALES, María Jesús. Las relaciones intergubernamentales en el Estado Autonómico: estado de la cuestión y problemas pendientes. En: EAD.; MONTILLA MARTOS, José Antonio; ARBÓS MARÍN, Xavier (coord.). Las relaciones intergubernamentales en el estado autonómico. Madrid: Centro de Estudios Políticos y Constitucionales. 2006, pág. 18, che in merito, già con riferimento alla subvencionalidad in generale, parla di una «multilateralidad encubierta».

[87] Non si allude soltanto, ex art. 32.3, alle «obligaciones asumidas por cada una de las partes para la inanciación de los servicios y prestaciones del Sistema» ed ai «criterios de reparto», ma anche, ex art. 17, ad adozione ed adattamento di criteri e modalità di erogazione delle prestazioni economiche.

[88] Nei cui riguardi i convenios bilaterales hanno un ruolo puramente ricognitivo (v. art. 10.4, ult.per.).

[89] Ovverosia, determinazione integralmente unilaterale, mediante Ley de Presupuestos Generales annuale o al più regolamento governativo, del quantum trasferito (e di limitati elementi della decisione di spesa) e disciplina/effettuazione della territorialización; oppure loro deduzione in seno ai convenios bilaterales.

[90] Pur essendo presupposta un’autorizzazione legislativa di spesa da parte della menzionata Ley annuale, tale raccordo infraprocedimentale è preregolamentare.

[91] Questo tema di capitale rilevanza fu afidato, in origine, al «Real Decreto 614/2007, de 11 de mayo, sobre nivel mínimo de protección del Sistema para la Autonomía y Atención a la Dependencia» (Boletín Oicial del Estado (12 de mayo de 2007, n°. 114), pág. 20601-20602, modiicato già nel 2009, ed all’aggiornamento, anno per anno, sempre con Real Decreto, dell’ammontare delle prestazioni afferenti al livello: l’atto, in quanto tale, non interviene sul bilancio, e, come già illustrato, si limita a issare un quantum pro capite. V. par. 4 per le vicissitudini occorse dopo l’ultima applicazione del precetto (esercizio 2011).

[92] Analogo obbligo di issazione annuale di stanziamenti destinati (Disp.trans. 1ª) assiste anche il nivel acordado, almeno per il periodo 2007-2015.

[93] Mediante il vincolo a tenere conto (ma soltanto in apparenza in via esclusiva) del numero e delle esigenze di tutela dei beneiciari ammessi e della tipologia di prestazione a ciascuno riconosciuta (nel corso dell’esercizio inanziario precedente).

[94] Cfr. MONTILLA MARTOS, José Antonio. «El debate competencial en torno a la Ley de dependencia», op.cit., pág. 872, nt. 29.

[95] Anzi, s’è talvolta dato il caso che talune Comunidades, pur dissidenti/astenute/non partecipanti in ordine a taluni acuerdos, siano poi state ammesse sic et simpliciter alla sottoscrizione dei convenios: non si è concretizzato, dunque, il rischio che tale elemento decisivo degli otri vecchi potesse ostacolare un ordinato e tempestivo avvio del SAAD, paventato ex multis da PÉREZ YÁÑEZ, Rosa María. «El proceso de implantación e implementación del sistema de atención a la dependencia». Temas laborales: Revista andaluza de trabajo y bienestar social [Sevilla: Junta de Andalucía], nº 112 (2011), pág. 324.

[96] Non sembra, in particolare, che il Tribunal riesca in modo soddisfacente, coerente e rigoroso a seguire l’indirizzo di principio dal medesimo tracciato, troppo ambizioso: cfr. SÁENZ ROYO, Eva. Estado social y descentralización política: Una perspectiva constitucional comparada de Estados Unidos, Alemania y España. Madrid: Civitas, 2003, pág. 264-265 e 276, e FERNÁNDEZ FARRERES, Germán. La contribución del Tribunal Constitucional al Estado autonómico, op.cit., pág. 184.

[97] V., ex multis, PALOMAR OLMEDA, Alberto. El sistema integral de promoción de la autonomía personal y atención a las personas en situación de dependencia. Competencias. En: SEMPERE NAVARRO, Antonio V.; CHARRO BAENA, Pilar. Comentario sistemático de la Ley de la dependencia: Ley 39/2006, de 14 de diciembre, de promoción de la autonomía personal y atención a las personas en situación de dependencia y normas autonómicas. Cizur Menor: Thomson-Aranzadi, 2008. Pág. 249-282, MARTÍN JIMÉNEZ, Rodrigo. Título competencial y encuadraminento del modelo de ptoceccion social de la dependencia, En: SEMPERE NAVARRO, Antonio V.; CHARRO BAENA, Pilar. Comentario sistemático de la Ley de la dependencia: Ley 39/2006, de 14 de diciembre, de promoción de la autonomía personal y atención a las personas en situación de dependencia y normas autonómicas. Cizur Menor: Thomson-Aranzadi, 2008. Pág. 113-140, LASAGABASTER HERRARTE, Iñaki. «La Ley de promoción de la autonomía personal y atención a las personas en situación de dependencia: una relexión desde la perspectiva competencial», op.cit., MONTILLA MARTOS, José Antonio. «El debate competencial en torno a la Ley de dependencia», op.cit., ROQUETA BUJ, Remedios. El sistema para la autonomía y atención a la dependencia, op.cit., DÍEZ SASTRE, Silvia. La Ley de Dependencia en el sistema constitucional de reparto competencial entre el Estado y las Comunidades Autónomas: en especial, la prohibición de administración mixta, op.cit., pág. 18 ss., CASTELLÀ ANDREU, Josep María. La Constitución territorial (Cap. III, apartado 3), op.cit., pág. 396-397.

[98] In merito alla già citata pronuncia, comunque assai commentata in tutte le trattazioni generali dei temi in parola più per la compendiosa sistematicità che per l’innovatività contenutistica (v. ad es. l’incisivo POMED SÁNCHEZ, Luis. «La potestad subvencional en el Estado Autonómico». Revista d’Estudis Autonòmics i Federals [Barcelona: Generalitat de Catalunya. Institut d’Estudis Autonòmics], n°. 7 (2008), pág. 37-78), v. almeno le note di MEDINA GUERRERO, Manuel. «Supremacia inanciera, distorsión del orden competencial y cooperación en el Estado Autonómico: algunas consideraciones en torno a la STC 13/1992». Revista Española de Derecho Constitucional [Madrid: Centro de Estudios Políticos y Constitucionales], n°. 35 (1992), Pág. 155-177, di FERNÁNDEZ FARRERES, Germán. «La subvención y el reparto de competencias entre el Estado y las Comunidades Autónomas». Revista española de derecho constitucional [Madrid: Centro de Estudios Políticos y Constitucionales], n°. 38 (1993), pág. 225-239, e di BELTRÁN AGUIRRE, Juan Luis. «El sistema de subvenciones estatales centralizadas en el sector de la acción social y las Comunidades Autónomas: Comentario a la STC 13/1992 de 6 de febrero». Revista Vasca de Administración Pública. Herri-Arduralaritzako Euskal Aldizkaria [Oñate: Instituto Vasco de la Administración Pública. Herri-Arduralaritzaren Euskal Erakundea], n°. 43-1 (1992), pág. 265-284.

[99] La parziale irrilevanza del quadro competenziale propugnata proprio dalla STC 13/1992, FJ 8.a) non esonera dallo sforzo ricostruttivo, bensì sposta le questioni problematiche dall’an dell’intervento legislativo statale al suo quomodo, in termini di vincoli e limiti (di nuovo, senza che l’opzione collaborativa sia suficiente a giustiicare o sanare l’assetto che va a completare).

[100] Chiude il cerchio la Memoria del análisis de impacto normativo presentata in allegato all’Anteproyecto, tacciata da v. LASAGABASTER HERRARTE, Iñaki. «La Ley de promoción de la autonomía personal y atención a las personas en situación de dependencia: una relexión desde la perspectiva competencial», pág. 137, di aver tratto la sintesi del quadro pretorio su tale competenza dal Dictamen del Consejo de Estado 336/2006, già tropo indulgente all’accumulatio erudita e semplicistica.

[101] Nel negare rilievo agli artt. 9.2 e 139 CE (invece additati dal Libro Blanco del 2004 redatto in vista dell’elaborazione della LAPAD, a pág. 774), come anche agli artt. 49 e 50 CE (che, anticipando STC 247/2007, già STC 206/1997 e 239/2002 ritenevano incapaci di attribuire competenze allo Stato), MONTILLA MARTOS, José Antonio. «El debate competencial en torno a la Ley de dependencia», op.cit., pág. 867-868, segnala che è frequente il richiamo di tale titolo competenziale da parte delle Leyes statali, ma assai rara è la scelta di non invocarne anche altri: l’unico precedente è la «Ley 53/2003, de 10 de diciembre, sobre empleo público de discapacitados» (Boletín Oicial del Estado (11 de diciembre de 2003, n°. 296), pág. 44082-44083): Cfr. SÁENZ ROYO, Eva. Las relaciones intergubernamentales en España: Las relaciones de cooperación intergubernamental en la Ley de Dependencia: un paso sustantivo hacia el federalismo cooperativo, op.cit., pág. 371-372.

[102] Così ivi, pág. 365.

[103] Ove, sempre sub FJ 7, esplicitamente s’individua il tramite tra lo spending power e i titoli di intervento generico proprio nella clausola orizzontale in parola.

[104] L’elaborazione letteraria sulla competenza a dettare «La regulación de las condiciones básicas que garanticen la igualdad de todos los españoles en el ejercicio de los derechos y en el cumplimiento de los deberes constitucionales» è vastissima; v., ex plurimis, soprattutto CABELLOS ESPIÉRREZ, Miguel Ángel. Distribución competencial, derechos de los ciudadanos e incidencia del Derecho comunitario. Madrid: Centro de Estudios Políticos y Constitucionales, 2001, spec. pág. 41 ss. ed 89 ss..

[105] V. in particolare sub FJ 7.a) di STC 61/1997 e FJ 12 di STC 188/2001: cfr. PULIDO QUECEDO, Manuel. Constitución Española. Comentada, con jurisprudencia sistematizada y concordancias. Madrid: El Derecho, 2012, pág. 1903.

[106] Un’eficace sintesi di tale ricostruzione è fornita da MONTILLA MARTOS, José Antonio. «El debate competencial en torno a la Ley de dependencia», op.cit., pág. 864-865. Cfr. FERNÁNDEZ FARRERES, Germán. La contribución del Tribunal Constitucional al Estado autonómico, op.cit., pág. 191-192.

[107] con speciale riferimento ai requisiti minimi di accesso ed ai criteri per il riconoscimento della situazione di dependencia, nei diversi gradi: così secondo MONTILLA MARTOS, José Antonio. «El debate competencial en torno a la Ley de dependencia», op.cit., pág. 865.

[108] In generale riconducibile sub art. 149.1.1ª CE, secondo risalente giurisprudenza su casi analoghi, sempre che sia imprescindibile per un’effettiva aggiudicazione concreta delle posizioni giuridiche disciplinate nei limiti suddetti (v. STC 154/1988, STC 103/1999 e STC 290/2000).

[109] V. ancora MONTILLA MARTOS, José Antonio. «El debate competencial en torno a la Ley de dependencia», op.cit., pág. 866 ed 869-870.

[110] Cfr. LASAGABASTER HERRARTE, Iñaki. «La Ley de promoción de la autonomía personal y atención a las personas en situación de dependencia: una relexión desde la perspectiva competencial», pág. 146-147, particolarmente netto nel negare suficienza in favore del SAAD di quella giurisprudenza costituzionale incline ad accettare che l’esigenza di effettività di un diritto fondamentale legittimi anche la disciplina della dimensione istituzionale ed organizzativa.

[111] oltre ai diritti statutari non meramente riproduttivi di quelli costituzionalmente così qualiicati, rilevanti nella specie sub iudice.

[112] Non sfugga la parziale eterogenesi dei ini di tale giurisprudenza: nell’intento generale di evitare la moltiplicazione dei Bills of Rights autonomici (id est ogni rischio di fratture nell’unità costituzionale) ed in quello particolare di porre sul piano formale le Comunidades al riparo di utilizzi statali eccessivi del titolo de quo, inisce per colpire le garanzie costituzionali di eguaglianza tra i consociati nel godimento dei diritti non fondamentali. Così si ricompone, per quanto al ribasso, la corrispondenza tra diritti costituzionali e diritti fondamentali (species che la Constitución individua in modo assai selettivo) che ex multis FAVOREU, Louis. I garanti dei diritti fondamentali europei. En: ZAGREBELSKY, Gustavo (coord.). Diritti e Costituzione nell’Unione Europea. Roma-Bari: Laterza, 2005, concettualizzava in termini sinonimici.

[113] Manifesta è così l’impossibilità dogmatica di effettuare parallelismi, se non meramente suggestivi, con la competenza legislativa che la Costituzione italiana garantisce allo Stato ex art. 117, 2° comma, lett. m), ad un tempo teoricamente minore nella profondità (limitata alla «determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni») e diversa nell’ambito di applicazione (estesa ma anche limitata ai «diritti civili e sociali»).

[114] Cfr. CASTELLÀ ANDREU, Josep María. La Constitución territorial (Cap. III, apartado 3), op.cit., pág. 396.

[115] In ogni caso, quanto osservato in termini competenziali generali si relativizza molto grazie al marcato inquadramento subvencional del SAAD: che, si va argomentando, rende quantomeno praticabile nell’an una manovra di policy che, nonostante ricostruzioni benevole, appare alquanto povera di sostrato competenziale costituzionale (seppure al prezzo di porne in luce i paradossi del quomodo: v. poco infra nel testo).

[116] Ad es. il richiamo soltanto in seno allo stesso art. 9.1 (v. il riferimento alla qualiicazione di tale livello minimo come «condición básica de garantía del derecho»), e non anche all’art. 10, sul nivel acordado: norme che sembrano più coerenti con la ricostruzione qui preferita che con il generalizzato inquadramento offerto dai Motivos della LAPAD.

[117] Non tanto per eventualità e precarietà del modus operandi pattizio, quanto per l’insanabile incoerenza tra un mezzo legislativo che tolleri di applicarsi a taluni territori soltanto ed il ine di assicurare garanzia giuridica di «igualdad de todos los españoles».

[118] Cfr. lo stesso MONTILLA MARTOS, José Antonio. «El debate competencial en torno a la Ley de dependencia», op.cit., pág. 872 e 876, ove parla di colaboración voluntaria proprio alla luce della carenza di titoli per l’Estado.

[119] Quali il condizionamento dell’accesso ai inanziamenti alla sottoscrizione dei convenios (solo apparente, giacché sostanzialmente l’art. 10.4 LAPAD impone di «nutrir» direttamente l’Hacienda autonómica) e l’esaustiva e diretta imposizione unilaterale legislativa di proili come il vincolo di destinazione, le condizioni di accesso alle erogazioni pecuniarie ed il riparto territoriale secondo criteri oggettivi (afidati ad un’ampia negoziazione intergovernativa a valle, già nel quadro degli otri vecchi).

[120] Numerose disposizioni della LAPAD (tra cui l’art. 10) furono oggetto di due Recursos de inconstitucionalidad della Comunidad Foral de Navarra (ni. 2250 e 2313-2007), andati però presto incontro a desistimiento (v., rispettivamente, AUTO 22/2008, de 22 de enero de 2008 ed AUTO 79/2008, de 11 de marzo de 2008).

[121] La raccolta di dati univoci sull’impatto inanziario del SAAD sugli equilibri dell’autonomia territoriale è ostacolata dal «lagrante» inadempimento degli obblighi di reciproca cooperazione informativa e statistica pure pattuiti con acuerdo del Consejo SAAD (v. sub par. 3.1.1), denunciato da BARRIGA MARTÍN, Luis Alberto. Financiación y costes de la Ley 39/2006. Aproximación a los costes del SAAD en 2010 y aportación de los inanciadores (13/12/2010). Observatorio Estatal para la Dependencia, pág. 5.

[122] V. INSTITUTO DE MAYORES Y SERVICIOS SOCIALES (IMSERSO). Aportaciones de la AGE. Financiación de la Ley 39/2006 de promoción de la autonomía personal y atenció n a las personas en situación de dependencia. Situación a 1 de enero de 2011, pág. 19 (dato che aggrega i due primi livelli di protezione per ciascun anno e per ciascuna Comunidad) e pág. 1-18 (dato disaggregato, livello per livello e Comunidad per Comunidad), nonché CONSEJO TERRITORIAL DEL SISTEMA PARA LA AUTONOMÍA Y ATENCIÓN A LA DEPENDENCIA. Evaluación de resultados a 1 de enero de 2012 sobre la aplicación de la Ley 39/2006, de 14 de diciembre, de promocion de la autonomía personal y atención a las personas en situación de dependencia. Reunión de 10 de julio de 2012, spec. pág. 68.

[123] Il confronto con i non identici dati, rispettivamente relativi a 2009 e 2010, di COBO GÁLVEZ, Pablo. «La organización del Sistema para la Autonomía Personal y Atención y a la Dependencia y despliegue de la Ley 39/2006», op.cit., pág. 66-67, e di BARRIGA MARTÍN, Luis Alberto. Financiación y costes de la Ley 39/2006. Aproximación a los costes del SAAD en 2010 y aportación de los inanciadores (13/12/2010), op.cit., pág. 14 e 16, evidenzia il fenomeno, tipico dell’intero sviluppo applicativo della LAPAD, della sottostima dei costi in sede di autorizzazione alla spesa, peraltro ulteriormente marcata nel confronto con il dato dei richiedenti in attesa (in merito, v. le proiezioni di cui ivi, pág. 12 ss.).

[124] Per l’intero periodo 2007-2015, LÓPEZ LERMA, Jesús. La Ley de dependencia en españa. Información sociolaboral, 2012 (enero), disponibile all’indirizzo web http://www.consejeriadetrabajo.de/2012%20INFORMACION%20SOBRE%20LA%20 LEY%20DE%20DEPENDENCIA%20EN%20ESPANA.pdf , pág. 13, calcola una spesa effettiva di competenza statale di ammontare pari a 12,6 miliardi.

[125] V. BARRIGA MARTÍN, Luis Alberto. Financiación y costes de la Ley 39/2006. Aproximación a los costes del SAAD en 2010 y aportación de los inanciadores (13/12/2010), op.cit., passim, e spec. i prospetti riassuntivi di cui alle pág. 13, 23 e 27.

[126] Oltre ad una spesa annua complessiva, nell’anno 2010, di oltre 5,5 miliardi, di cui poco meno di 2 miliardi di provenienza statale (meno di un terzo), quasi 2,9 miliardi di apporto autonomico (oltre la metà, ed al tempo stesso almeno pari a quello statale, come del resto giuridicamente imposto) e oltre 750 milioni da «copago» (circa un settimo).

[127] con la precisazione che le cifre sarebbero sensibilmente maggiori (con una spesa per il 2010 di oltre 7,6 miliardi annui, a fronte degli effettivi 5,5) se solo fossero puntualmente soddisfatte le spettanze di tutti gli aspiranti beneiciari in attesa della mera formalizzazione del riconoscimento della dependencia.

[128] Sulla base della situtazione anteriore al 2012, stimava MORENO FERNÁNDEZ, Luis. L’Europa asocial. Crisis y estado del bienestar, op.cit., pág. 109, che negli anni successivi al 2014 l’ammontare annuale medio complessivo sarebbe pervenuto a ben 10 miliardi, con una ripartizione dei costi pari ad appena il 25% per l’Estado, al 42% per le Comunidades ed al 33% per i beneiciari medesimi.

[129] In merito a tali primi due valori, v. i dati riportati sub Tabella n°. 1, in conclusione del presente paragrafo.

[130] In primis, solo teoricamente la LAPAD è giunta a piena applicazione (e dunque a pieni costi), cosicché il valore medio annuale (pur essendo stato recentemente oggetto di signiicative riduzioni) è destinato ad aumentare sensibilmente; in secundis, gli apporti statali (i soli propriamente di spending power) hanno anche in concreto presupposto uno sforzo anche maggiore da parte periferica.

[131] Ragion per cui la si dovrebbe detrarre dall’ammontare medio annuale della subvencionalidad extra-SAAD dal 2007 in poi.

[132] Peraltro, tale qualiicazione contabile resiste all’avvento della riforma 2009 della inanciación autonómica, che pure tenta di integrare la dependencia tra gli elementi di pesatura della popolazione a ini di riparto di fondi addizionali di varia natura: v. POVEDA RODA, Eduardo. «La inanciación de la Administración General del Estado para el Sistema de Autonomía Personal y Atención a la Dependencia», Presupuesto y gasto público [Madrid: Instituto de Estudios Fiscales], n°. 56 (2009), pág. 111, ed UTRILLA DE LA HOZ, Alfonso. «Demanda, cobertura y cooperación interadministrativa en el ámbito de la dependencia: una aproximación al estado de la cuestión por Comunidades Autónomas», Revista d’Estudis Autonòmics i Federals [Barcelona: Generalitat de Catalunya. Institut d’Estudis Autonòmics], n°. 13 (2011), pág. 227 ss..

[133] Tratta da MINISTERIO DE HACIENDA Y ADMINISTRACIONES PÚBLICAS. Informe sobre los convenios de colaboración Estado-Comunidades Autónomas suscritos durante 2012, pág. 20, Cuadro 5. I dati relativi all’anno 2012, se stanno a latere delle considerazioni espresse in questa sede, tornano utili a sostegno di quanto si osserva sub par. 4, in ine.

[134] COBO GÁLVEZ, Pablo. «La organización del Sistema para la Autonomía Personal y Atención y a la Dependencia y despliegue de la Ley 39/2006», op.cit., pág. 60, la rende così: «conigurar un Sistema [...] homogéneo en todo el territorio del Estado, al mismo tiempo que respetuoso con las peculiaridades que cada Comunidad Autónoma desee establecer». L’art. 8.3, nel testo introdotto ex novo con la riforma del luglio 2012 (v. art. 22, n°. 2, Real Decreto-ley 20/2012), da una parte intesta al Consejo SAAD il compito generale di «conseguir la máxima coherencia en la determinación y aplicación de las diversas políticas sociales» (riecheggiando l’incostituzionale idea di Conferencias sectoriales manifestata dal Proyecto della LOAPA...), ma soltanto «mediante el intercambio de puntos de vista y el examen en común» dei problemi che possano insorgere (immancabilmente riecheggiando STC 76/1983...).

[135] Sono inoltre esplicitate l’adozione di acuerdos recanti planes, proyectos e programas conjuntos e la facilitazione di diffusione e reciproco scambio tra le Amministrazioni componenti di documenti, dati e statistiche comuni (v. l’art. 8.2.f)-h); riassuntiva e di chiusura è la previsione di cui sub k)).

[136] Così SÁENZ ROYO, Eva. Las relaciones intergubernamentales en España: Las relaciones de cooperación intergubernamental en la Ley de Dependencia: un paso sustantivo hacia el federalismo cooperativo, op.cit., pág. 373.

[137] Per un quadro completo, v. ancora COBO GÁLVEZ, Pablo. «La organización del Sistema para la Autonomía Personal y Atención y a la Dependencia y despliegue de la Ley 39/2006», op.cit., pág. 61.

[138] Proilo anche sul quale è assai critico LASAGABASTER HERRARTE, Iñaki. «La Ley de promoción de la autonomía personal y atención a las personas en situación de dependencia: una relexión desde la perspectiva competencial», op.cit., pág. 154 ss.. Prima facie singolare è che, invece, opposta vicenda sia occorsa alla riforma del luglio 2012 (v. sub par. 4).

[139] Peraltro divenuta unica per tutti i procedimenti nell’intero ambito del SAAD con la riforma del luglio 2012 (v. art. 22, n°. 11, Real Decreto-ley 20/2012).

[140] Cfr. ROQUETA BUJ, Remedios. Capítulo 2. El sistema para la autonomía y atención a la dependencia, op.cit., pág. 89 e 101. Esplicite conferme recenti in tal senso si traggono dalla premessa del «Real Decreto 1051/2013, de 27 de diciembre, por el que se regulan las prestaciones del Sistema para la Autonomía y Atención a la Dependencia, establecidas en la Ley 39/2006, de 14 de diciembre, de Promoción de la Autonomía Personal y Atención a las personas en situación de dependencia». Boletín Oicial del Estado (31 de diciembre de 2013, n°. 313), pág. 107128-107142.

[141] Unitamente, forse, alla volontà di non eccedere nei già numerosi e critici raccordi a diretta rilevanza esterna (v. par. 3.1.1).

[142] Se ne evince dal sistema una struttura a perfezionamento non sintetico, ma duale, e soltanto periferico.

[143] All’acuerdo incombe il solo vincolo a prestare particolare attenzione a rischi e relative contromisure per gli anziani.

[144] Richiamo da interpretarsi non nel senso che, in assenza di convenios effettivamente relativi al livello acordado, il «copago» sia escluso per le singole Comunidades non partecipanti, né che sia loro consentito disciplinare il proilo ignorando tali criteri, bensì come allusione a convenios che possono anche limitarsi a riportare gli apporti di nivel mínimo (ex art. 10.4, ult.per.).

[145] Quali: criteri di qualità e sicurezza, indicatori di qualità per la valutazione, miglioramento continuo ed analisi comparata, carte dei servizi e guide di best practices.

[146] Il Plan integral de atención a menores de tres años en situación de dependencia (deputato tra l’altro ad indicare a ciascuna Amministrazione gli strumenti da assumere) è stato adottato (non senza sollecitazioni parlamentari al Governo) con acuerdo-Resolución solo nel luglio 2013.

[147] Da ROQUETA BUJ, Remedios. Capítulo 2. El sistema para la autonomía y atención a la dependencia, op.cit., pág. 94 e 104, secondo cui peraltro la Comunidad viceversa consenziente rimane vincolata perché l’acuerdo è riconducibile ad un convenio de Conferencia sectorial (poco sostenibilmente, ex art. 5.5, Ley 30/1992): l’asserita attinenza di tutte queste ipotesi ad ambiti di competenza autonomica toglierebbe poi anche al Gobierno ogni vincolo nell’esercizio della potestà regolamentare che implicitamente gli spetta (pág. 93). Dificilmente accoglibile è altresì l’opinione per cui, nel ben diverso caso in cui sia l’intero Consejo SAAD a non pervenire ad acuerdo, tutte le scelte necessarie ricadano nel self rule autonomico (così secondo COBO GÁLVEZ, Pablo. «La organización del Sistema para la Autonomía Personal y Atención y a la Dependencia y despliegue de la Ley 39/2006», op.cit., pág. 63).

[148] Così SÁENZ ROYO, Eva. Las relaciones intergubernamentales en España: Las relaciones de cooperación intergubernamental en la Ley de Dependencia: un paso sustantivo hacia el federalismo cooperativo, op.cit., pág. 377.

[149] Cfr. MONTILLA MARTOS, José Antonio. «El debate competencial en torno a la Ley de dependencia», op.cit., pág. 858, per il quale il SAAD «sólo tiene sentido «referido al país en su conjunto»».

[150] Per non dire, peraltro, degli ostacoli politici che ne discenderebbero in vista dell’accesso al nivel acordado negli anni successivi da parte delle singole Comunidades via via resesi asimmetriche.

[151] Comunque si atteggino le competenze (sub par. 2.2 s’è argomentato che ciò dipende dal nivel cui ciascun proilo della disciplina pattuita si riferisca), nel quadro costituzionale spagnolo (per incidens, nessuna criticità sussiste nel caso italiano) è proprio la scelta intermedia di intestare, in taluni casi, funzioni amministrative complete al Consejo SAAD a sviare comunque dalla propria sede legittima l’esercizio di competenze che il bloque de constitucionalidad, invece, riserva inviolabilmente all’uno aut all’altro livello territoriale di governo. Nella specie, cfr. DÍEZ SASTRE, Silvia. La Ley de Dependencia en el sistema constitucional de reparto competencial entre el Estado y las Comunidades Autónomas: en especial, la prohibición de administración mixta, op.cit., pág. 53-54, che reputa incostituzionali le attribuzioni di funzioni non coperte ex art. 149.1.1ª CE.

[152] V., ad esempio, molti dei proili non organizzativi del SAAD, disciplinati spec. dagli artt. 13 ss., sulle prestazioni di servizio e pecuniarie che compongono il sistema, afidati al diretto unilateralismo statale, che comunque s’attenua se si considera che questi proili derivano spesso da ragioni tecniche obiettive attinenti alle modalità correnti di valutazione diagnostica e di intervento operativo sulla non autosuficienza, spec. perché questa prevedibilmente riguarda soprattutto soggetti anziani (la stessa motivazione della LAPAD, opportunamente, rileva proprio i mutamenti demograici e sociali tra le ragioni di fatto che per prime spingono il legislatore ad intervenire; se da ALEMÁN BRACHO, María del Carmen. Políticas sociales para personas mayores, op.cit., pág. 2189, risulta che alla data del 1° gennaio 2011, i beneiciari effettivi di età pari o superiore a 65 anni rappresentano quasi il 78% del totale (dei quali il 72% ha un’età pari o superiore ad 80 anni), dalla più aggiornata documentazione ministeriale emerge che, alla data del 31 luglio 2014, oltre il 72% dei beneiciari supera i 65 anni (ed oltre il 60% di essi supera gli 80 anni): v. INSTITUTO DE MAYORES Y SERVICIOS SOCIALES (IMSERSO). Información estadística del Sistema para la Autonomía y Atención a la Dependencia - situación a 31 de julio de 2014).

[153] Quali qualità dei servizi, formazione dei prestatori di cura professionali, regime amministrativo sanzionatorio nei riguardi dei comportamenti fraudolenti, e inanche disciplina degli organi consultivi istituiti (all’art. 40: è il caso del Comité consultivo, che riunisce le rappresentanze dei tre livelli delle Amministrazioni e delle cc.dd. parti sociali) o coinvolti (art. 41): così ALEMÁN BRACHO, María del Carmen. Políticas sociales para personas mayores, op.cit., pág. 2191.

[154] Peraltro, attorno ed in funzione di disciplina delle funzioni amministrative autonomiche è necessariamente iorito anche un cospicuo completamento a valle di tipo duale periferico (nomopoiesi autonomica, per lo più legislativa), opportunamente ricordata da COBO GÁLVEZ, Pablo. «La organización del Sistema para la Autonomía Personal y Atención y a la Dependencia y despliegue de la Ley 39/2006», op.cit., pág. 64, ed analizzata da GARCÉS SANAGUSTÍN, Ángel. «Desarrollo y aplicación en el Estado autonómico del sistema para la autonomía y atención a la dependencia (SAAD)». Informe comunidades autónomas [Barcelona: Instituto de derecho público], n°. 2008 (2009), passim.

[155] Si allude alla neo-istituita (2004) Conferencia de Presidentes.

[156] Il dato (riferito ai primi due anni e mezzo di applicazione della LAPAD) e la sua imputazione a ragioni almeno in parte riconducibili ad una scarsa osservanza del principio di «lealtad administrativa» sono riportati da COBO GÁLVEZ, Pablo. «La organización del Sistema para la Autonomía Personal y Atención y a la Dependencia y despliegue de la Ley 39/2006», op.cit., pág. 63.

[157] Peraltro, tale proilo non è solo teorico: non sono mancate occasioni in cui il regolamento adottato a valle sia risultato non del tutto conforme all’acuerdo postogli a monte.

[158] V., su tutti, MONTILLA MARTOS, José Antonio. «El debate competencial en torno a la Ley de dependencia», op.cit., pág. 876-877, e da ultimo, conformemente, SÁENZ ROYO, Eva. «Relaciones intergubernamentales de carácter vertical en el Estado Autonómico: el ser, el deber ser y posibles retos de futuro», op.cit., pág. 66. Del resto, ammette lo stesso COBO GÁLVEZ, Pablo. «La organización del Sistema para la Autonomía Personal y Atención y a la Dependencia y despliegue de la Ley 39/2006», op.cit., pág. 63 (che all’epoca dell’elaborazione del Proyecto de Ley, nonché della redazione del contributo, era impegnato direttamente nell’elaborazione e implementazione del SAAD in qualità di Subdirector General de Planiicación, Ordenación y Evaluación dell’IMSERSO - Instituto de Mayores y Servicios Sociales), che non sarebbe stato possibile creare il SAAD, in presenza di un certo «reparto competencial previsto en los Estatutos de Autonomía, sin recurrir a procedimientos de colaboración entre las distintas administraciones».

[159] E peraltro è in gran parte a sua volta offuscata, di principio, dall’applicazione di un criterio anche tecnico di bisogno oggettivo, ex art. 9.1, ult.per. (introdotto non per caso dalla riforma del luglio 2012),

[160] Cfr. le ironiche espressioni con cui alcuni funzionari intervistati rendono tale dinamica, riportate in GARCÍA MORALES, María Jesús. Instrumentos y vías de institucionalización de las relaciones intergubernamentales, op.cit., pág. 59-60 e COLINO CÁMARA, César; PARRADO DÍEZ, Salvador. Análisis de la práctica y la dinámica de los procesos formales e informales de las relaciones intergubernamentales. En: ARBÓS MARÍN, Xavier (coord.). Las Relaciones intergubernamentales en el estado autonómico: la posición de los actores, op.cit., pág. 202.

[161] Peraltro, proprio tale condizionamento di un caposaldo del SAAD sull’altro igura tra gli elementi che in misura minore paiono potersi afievolire con le debilitazioni inferte al SAAD in risposta alla crisi.

[162] In modo da garantire priorità ai beneiciari con dependencia di maggiore gravità, soddisfacendoli in via esclusiva nei primi anni, per ampliare il novero anche a quelli meno gravi solo gradualmente, secondo un ritmo, appunto, recentemente rallentato (v. Disp.in. 1ª, e successive modiicazioni).

[163] In merito, v. soprattutto PÉREZ YÁÑEZ, Rosa María. «El proceso de implantación e implementación del sistema de atención a la dependencia», op.cit., spec. pág. 314 e 332, e BARRIGA MARTÍN, Luis Alberto. El impacto de las crisis económica y inanciera en el gasto en Dependencia. En: HIDALGO LAVIÉ, Alfredo (coord.). Trabajo social en el ámbito de la Ley de Promoción de la Autonomía Personal y atención a las personas en situación de dependencia: la profesión, la ley y los servicios sociales a debate. Oleiros, La Coruña: Netbiblo, 2011. Pág. 177-194. Peraltro, BELTRÁN AGUIRRE, Juan Luis. Los logros de la descentralización sanitaria, op.cit., pág. 79, sottolinea i forti ritardi mostrati già sul piano applicativo da talune Comunidades (Canarias, Madrid, Valencia e Murcia). In merito, v. l’articolata analisi delle possibili cause a cui dedica le preliminari rilessioni GARCÉS SANAGUSTÍN, Ángel. «Desarrollo y aplicación en el Estado autonómico del sistema para la autonomía y atención a la dependencia (SAAD)» op.cit., pág. 41-59.

[164] in parte in funzione di legalizzazione ex post di tali violazioni (v. le evoluzioni della Disp.inal 1ª).

[165] Ad esempio, per il 2012, primo anno in cui la sospensione del nivel acordado ha lasciato sussistere il solo nivel mínimo, emerge un apporto statale totale di 1,4 miliardi (v. sub Cuadro 3.1 della valutazione inanziaria annuale per il 2012 adottata con la citata Resolución del luglio 2013), in netta lessione rispetto al trend previsto ino a pochi mesi prima e supra riferito sub par. 2.3. Per riferimenti contabili sulle riduzioni inanziarie ed i relativi costi propriamente sociali, oltre alla rapida segnalazione critica di MONTSERRAT CODORNIU, Julia. «La ley de dependencia en caída libre». Agathos: Atención sociosanitaria y bienestar, n°. 2 (2013), pág. 62-64, v. DE LA PEÑA ESTEBAN, Joseba Iñaki; FERNÁNDEZ RAMOS, María Cristina. «Más allá de las limitaciones económicas y legales de la dependencia: caso de Castilla y León». Gestión y análisis de políticas publicas [Madrid: Instituto Nacional de Administración Pública], nº 9 (2013), pág. 1-22. Per gli interventi legislativi di segno restrittivo applicati già prima del biennio 2012-2013, v. soprattutto PÉREZ YÁÑEZ, Rosa María. «El proceso de implantación e implementación del sistema de atención a la dependencia», op.cit., spec. pág. 327-331. Più in generale, sui bracci giuridico e prettamente inanziario degli interventi anti-crisi in materia di SAAD, v. da ultimo GONZÁLEZ ORTEGA, Santiago. La crisis del sistema y las medidas económicas y legales adoptadas para abordarla. En: ID. (coord.). La aplicación de la Ley de Dependencia en España. Madrid: Consejo Económico y Social, 2013. Pág. 5-28.

[166] V. l’art. 22, le Dispp.adicc. 7ª, 9ª e 10ª e le Dispp.transs. 9ª, 10ª, 11ª e 12ª.

[167] V. «Resolución de 13 de julio de 2012, de la Secretaría de Estado de Servicios Sociales e Igualdad, por la que se publica el Acuerdo del Consejo Territorial del Sistema para la Autonomía y Atención a la Dependencia para la mejora del sistema para la autonomía y atención a la dependencia» Boletín Oicial del Estado (3 de agosto de 2012, n°. 185), pág. 55657-55674.

[168] Gli altri meritano menzione sebbene non tocchino direttamente il tema intergovernativo: le novelle all’art. 26 LAPAD sempliicano l’articolazione dell’intensità della non autosuficienza riconoscibile a ciascun richiedente, ora articolata soltanto in gradi (ciascuno dei quali non è più sub-articolato in livelli); le modiicazioni alla Disp.in. producono un rallentamento dell’entrata a regime del SAAD, in particolare procrastinando (variamente, a gennaio e luglio 2015) l’accesso alle prestazioni per i richiedenti non autosuficienti di grado moderato, in parte anche già richiedenti (da un termine precedentemente issato, variamente, a dicembre 2011 ed agli anni 2012 e 2013); si prevede che il «copago» possa arrivare a coprire addirittura ino al 90% del valore del servizio goduto, con esenzione issata ad appena 532 euro mensili di reddito; inine, ex art. 22, n°. 6, e Disp.adic. 7ª e Disp.trans. 9ª, si stabilisce, per i soggetti riconosciuti aventi diritto ma che comunque risultino non ancora effettivi percettori delle competenze economiche per prestatori di cura non professionali e componenti dell’entourage familiare, sia la dilazione, per un massimo di due anni, dell’inizio dei versamenti pure riconosciuti, sia la cessazione della produzione di spettanze retroattive (con torsione evidente ed a dir poco discutibile del principio di eguaglianza).

[169] Aggiunto poi, dalla Disp.adic. 16ª della Ley 17/2012.

[170] Introdotto dall’art. 22, n°. 9, Real Decreto-ley 20/2012, e poi attuato da art. 16, Real Decreto 1051/2013, sebbene oggetto del pendente recurso de inconstitucionalidad n°. 5763/2012.

[171] Si tratta delle spettanze massime previste per prestatori di cura non professionali e componenti dell’entourage familiare, in riduzione del 15%, sia pro futuro sia per i richiedenti pendenti alla data di entrata in vigore del decreto; dell’intensità di protezione per tutti i gradi (con riferimento, invece, ai richiedenti pendenti alla data di entrata in vigore del decreto, si lascia un margine alle Comunidades per l’adattamento della riduzione prevista in modo diretto per gli altri beneiciari); e soprattutto del nivel mínimo, sin dall’origine aflitto da una marcata precarietà e ora rideterminato ope legis in riduzione di ben il 13% (con risparmio di circa 200 milioni di euro annui).

[172] V., rispettivamente, le Dispp.transs. 10ª, 12ª ed 11ª; per la cessazione dell’eficacia di tali disposizioni, contestuale alla ripresa del regolare esercizio concertato delle alluse potestà regolamentari, v. in conclusione del presente par. 4.

[173] V., rispettivamente, la Disp.Adic. 40ª della «Ley 2/2012, de 29 de junio, de Presupuestos Generales del Estado para el año 2012» (Boletín Oicial del Estado (30 de junio de 2012, n°. 150), pág. 46432-46935), di poco precedente alla riforma di luglio, la Disp.Adic. 84ª della «Ley 17/2012, de 27 de diciembre, de Presupuestos Generales del Estado para el año 2013» (Boletín Oicial del Estado (28 de diciembre de 2012, n°. 312), pág. 88156-88670), e la Disp.Adic. 28ª della «Ley 22/2013, de 23 de diciembre, de Presupuestos Generales del Estado para el año 2014» (Boletín Oicial del Estado (26 de diciembre de 2013, n°. 309), pág. 104609-105136).

[174] Del resto, già non agevole appare, in generale, l’impianto di una dogmatica del diritto civile in un contesto problematico quale quello dei rapporti anche politici tra livelli di governo, sullo spunto, ad esempio, di ipotetici parallelismi tra leale collaborazione e buona fede.

[175] «Real Decreto 1050/2013, de 27 de diciembre, por el que se regula el nivel mínimo de protección establecido en la Ley 39/2006, de 14 de diciembre, de Promoción de la Autonomía Personal y Atención a las personas en situación de dependencia» (Boletín Oicial del Estado (31 de diciembre de 2013, n°. 313), pág. 107120-107127), che conferma il quantum del nivel mínimo issato del luglio 2012 e soggiunge che l’assegnazione sia mensile (art. 4), allontanandosi dall’art. 9 LAPAD.

[176] Esplicito, in premessa, anche nel dichiarare «la finalidad de ordenar, simpliicar y actualizar la normativa en un único texto normativo [...] todas las normas relativas a las prestaciones y servicios».

[177] Spec. in punto di procedimento per il riconoscimento dello stato di dependencia, di determinazione e condizioni di accesso alle prestazioni economiche, di regime di incompatibilità, di modalità di restituzione delle prestazioni percepite ma non spettanti, di regime per i rimpatriati.

[178] Così SÁENZ ROYO, Eva. Las relaciones intergubernamentales en España: Las relaciones de cooperación intergubernamental en la Ley de Dependencia: un paso sustantivo hacia el federalismo cooperativo, op.cit., pág. 370-371.

[179] Cfr. MONTILLA MARTOS, José Antonio. «El debate competencial en torno a la Ley de dependencia», op.cit., pág. 876.

[180] SÁENZ ROYO, Eva. «Relaciones intergubernamentales de carácter vertical en el Estado Autonómico: el ser, el deber ser y posibles retos de futuro», op.cit., pág. 66-67.

[181] In effetti, il Bundesrat (con le orizzontali Ministerpräsidentenkonferenz e Fachministerkonferenzen, che a ben vedere presuppone) è parso a lungo fungere da sede, più che di relazioni istituzionali verticali tra Esecutivi, di rapporti tra la maggioranza politica (ponderata e pro tempore) in auge tra i Länder e l’omologa maggioranza espressa dal binomio Bundestag-Kanzler.

[182] Si allude all’innegabile «introduzione di un prudente ma signiicativo grado di asimmetria» competenziale verticale con la ridistribuzione di numerose competenze nell’ambito di un sistema di cataloghi legislativi assai ripensato, che i (più grandi e ricchi) Länder hanno ottenuto come esplicita contropartita politico-costituzionale a fronte di una drastica diminuzione delle competenze legislative federali rimesse alla Zustimmungsgesetz (approvazione bicamerale collettiva, cuore della tradizionale via tedesca alla partecipazione compensativa): così PALERMO, Francesco. La coincidenza degli opposti: l’ordinamento tedesco e il federalismo asimmetrico. En: D’IGNAZIO, Guerino (coord.). Integrazione europea e asimmetrie regionali: modelli a confronto. Milano: Giuffrè, 2007. Pág. 51.

[183] Cfr. ex multis ivi, passim, ed ARROYO GIL, Antonio. La reforma constitucional del federalismo alemán. Estudio crítico de la 52.ª Ley de modiicación de la Ley Fundamental de Bonn, de 28 de agosto de 2006. Barcelona: Institut d’Estudis Autonòmics, 2009 (Col?lecció: Con(Textos); n°. A/11), pág. 12 e 39-40, e da ultimo CABELLOS ESPIÉRREZ, Miguel Ángel. «Nuevas formas de distribución competencial: la legislación divergente en el federalismo Alemán». Revista Española de Derecho Constitucional [Madrid: Centro de Estudios Políticos y Constitucionales], n°. 96 (2012), pág. 125-159.

[184] Già ad un’analisi ex ante essa emerge, in particolare, quale vera anticamera della Föderalismusreform II del 2009, introduttiva soprattutto della c.d. Schuldenbremse, madre del Fiscal compact, a sua volta padre dei pareggi di bilancio costituzionali proliferati tra 2011 e 2012 nell’Eurozona, e segnatamente in Spagna e in Italia.

[185] Sebbene secondo MONTILLA MARTOS, José Antonio. «El debate competencial en torno a la Ley de dependencia», op.cit., pág. 878, la LAPAD rafforzi i «dos pilares del Estado autonómico: la cohesión, no sólo territorial, sino también social, en cuanto refuerza la posición jurídica de «sujetos débiles», y la lealtad entre los distintos actores», sembra a chi scrive che proprio il contesto giuridico di ciudadanía dei diritti ed il riferimento a situazioni di debolezza peculiarmente delicate, quali quelle del dependiente e del suo entourage familiare, accentuino le tensioni già tipiche dello spending power. Ogni comportamento politico periferico di strenua defensa dell’autonomia territoriale (ad esempio, riiuto di irmare convenios subvencionales, più che diserzione del Consejo SAAD) fatalmente inliggerebbe, specialmente dinanzi all’opinione pubblica, un vulnus intollerabile ai diritti della persona, tanto più ai danni in primis di tipologie di soggetti particolarmente fragili. Anche a livello comparato, del resto, soltanto in casi non particolarmente frequenti, e segnati da livelli elevati di scontro politico-ideologico, l’attore periferico ha la forza di riiutare le disponibilità inanziarie offertegli dal potere centrale: in merito ad una cinquantennale prassi statunitense in tal senso, piuttosto poco ondivaga, v. NICHOLSONCROTTY, Sean. «Leaving Money on the Table: Learning from Recent Refusals of Federal Grants in the American States». Publius: The Journal of Federalism [Oxford: Oxford University Press], n°. 42-3 (2012), pág. 449-466.

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