Tramonto o eclisse della famiglia?

AutorDanilo Caste llano
Páginas17-33
TRAMONTO O ECLISSE DELLA FAMIGLIA?
IL MATRIMONIO E IL SUO FONDAMENTALE
PROBLEMA FILOSOFICO-GIURIDICO
Danilo CASTELLANO
Università degli Studi di Udine
1. UN DATO DI FATTO
Alla fine degli anni ’60 del secolo scorso l’Europa fu investita dalla
«Contestazione», cioè da un generale movimento di protesta (soprattutto
studentesca) non riducibile ai fisiologici tentativi di protagonismo giova-
nile. Il vento forte e impetuoso della protesta sembrò, allora, travolgere
tutto. Taluni ebbero l’impressione 1 che le istituzioni civili stessero per
1 Per avere l’idea dell’impressione allora sollevata dalla «Contestazione» anche a li-
vello istituzionale, è sufficiente ricordare che, per esempio, Ch. DE GAULLE, presidente del-
la Repubblica francese, prima di prendere decisioni per l’ordine pubblico in occasione del
cosiddetto «Maggio francese» o «Maggio ’68», consultò i comandanti in capo delle Forze
Armate e rivolse un proclama alla Nazione. La «Contestazione» fu, infatti, propriamente
un vasto movimento di rivolta, caratterizzato da motivazioni sociali, politiche, ideologiche,
orientato a combattere la società «tradizionale» spesso erroneamente scambiata con la
società sociologicamente «effettiva» alla fine degli anno ’60 del Novecento. La «Contesta-
zione» fu un movimento internazionale che coinvolse non solamente le istituzioni civili ma
anche quelle religiose. La stessa Chiesa cattolica ne venne in quegli anni investita, anche
perché la «Contestazione» apparve a molti conciliabile con la presunta (e come tale pre-
sentata) «rivoluzione» conciliare di allora.
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crollare sotto l’onda d’urto di un movimento (la «Contestazione», ap-
punto) che, combinando MARX e REICH, si presentava ostile a ogni forma
e insofferente nei confronti di ogni istituto. In primis nei confronti dell’i-
stituto del matrimonio. Non solo di quello religioso (lasciato, eventual-
mente e nell’ipotesi migliore, alla libera scelta delle persone), ma anche
di quello civile e, comunque, nei confronti del matrimonio religioso con
effetti civili. Non potendo in quegli anni per ragioni sociologiche arrivare
a decretarne la fine, in diversi Paesi si introdusse il divorzio 2 e si avviaro-
no contemporaneamente radicali riforme del diritto di famiglia 3. In altre
parole si operò con cautela ma con decisione: la famiglia «tradizionale»
venne considerata «superata» 4. Essa andava «ridefinita», «ripensata» e
«riorganizzata» al fine di favorire soprattutto la piena espansione del vita-
lismo che rappresentava l’anima della «Contestazione» 5. Il proposito era
nuovo anche se non erano mancati in passato tentativi in tal senso. Que-
sti, però, erano stati realizzati (soprattutto dalle riforme illuministiche,
dalla cultura romantica e da quella idealistica) conservando l’istituzione
del matrimonio anche se radicalmente trasformato nei suoi presupposti e
nella sua concezione: il vitalismo era stato considerato da queste dottrine
elemento necessario dell’istituto del matrimonio e questo, a sua volta,
era considerato la sua «forma» necessaria. Non importa, al fine di questa
considerazione, la forma da esso assunta. Quello che rileva è il fatto che
essa —fosse quella religiosa o quella civile— era ritenuta irrinunciabile.
2 Esemplare, a questo proposito, è il «caso italiano». Il 1° dicembre 1970 venne ap-
provata la cosiddetta legge del divorzio. Essa fu sottoposta a referendum popolare nel
1974. Il referendum confermò la Legge n. 898/1970.
3 Nel 1975, un anno dopo la conferma per via referendaria del divorzio nell’ordina-
mento giuridico della Repubblica italiana, fu riformato in Italia il diritto di famiglia con
la Legge n. 151/1975, la quale accolse molte istanze della «Contestazione», della cultura
giuridica illuministica e della Weltanschauung romantico-idealistica.
4 Allora anche l’egemone cultura della cristianità sposò queste tesi. Basterebbe pen-
sare all’appoggio esplicito e incondizionato dato alla riforma del diritto di famiglia italiano
e, prima ancora, all’impegno profuso contro la famiglia «patriarcale», presentata (errone-
amente) come «tradizionale». Si vedano, per esempio, le posizioni dello storico e diffuso
settimanale «Famiglia cristiana» (Alba, Edizioni Paoline, 22 novembre 1972). Per una cri-
tica a questa scelta, considerata «rivoluzionaria», si cfr. D. CASTELLANO, La «Contestazio-
ne»: una via cattolica al radicalismo?, Udine, La Nuova Base, 1977, pp. 55-60.
5 La «Contestazione», quindi, si ispirava alla dottrina liberalradicale; era fenome-
nologia del liberalismo (anche se il liberalismo veniva proposto per via marxista e psico-
analitica). Del resto basterebbe considerare attentamente quanto scrive, per esempio, il
liberale L. T. HOBHOUSE per convincersi della fondatezza dell’affermazione. Il Liberali-
smo —scrive, infatti, questo autore— è stato «un movimento di liberazione, una rimo-
zione di ostacoli e di apertura di canali per il flusso di attività libere, spontanee, vitali»
(L. T. HOBHOUSE, Liberalism, trad. italiana, Firenze, Sansoni, 1975, p. 53).
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