Sedizione, ribellione, chimera e utopia nella dottrina giuridica siciliana di Antico Regime (SECC. XVII)

AutorDaniela Novarese
Páginas337-360
SEDIZIONE, RIBELLIONE, CHIMERA E
UTOPIA NELLA DOTTRINA GIURIDICA
SICILIANA DI ANTICO REGIME SECC. XVII
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Con riferimento alle vicende dei territori italiani soggetti alla Spagna è
stato sottolineato che, se “il Milanese rappresentò un esempio, per molti versi
unico, di sostanziale tenuta di un accordo tra la monarchia e i ceti dirigenti dello
Stato, al contrario nei domini spagnoli dell’Italia meridionale, alla fine degli anni
quaranta, le rivolte di Napoli e Palermo (1674) rivelarono l’emergere di gravissimi
problemi economici e politici”1, senza contare poi che il secolo XVII si chiudeva,
emblematicamente, con la lunga rivolta di Messina (1672, 1674-1678).
In anni recenti la storiografia ha avvertito la necessità di tornare a riflettere
su quei momenti di frattura e di affrontare la questione del Seicento siciliano2 e
meridionale3 nel più ampio contesto del rapporto centro-periferia all’interno della
monarchia spagnola4 e dello stesso policentrismo che animava quelle periferie5.
1 Mario Rosa, Marcello Verga, La storia moderna, 1450-1870, Milano, Bruno Mondadori,
2003, p. 83. Sula rivolta palermitana del 1647, Daniele Palermo, Sicilia 1647: voci, esempi, modelli di
rivolta, Palermo, Quaderno 9 di Mediterranea, 2009, cui si rinvia per ulteriori riferimenti bibliografici.
2 Per un quadro d’insieme si rinvia a Giuseppe Giarrizzo, “La Sicilia dal Cinquecento
all’Unità”, in Vincenzo D’Alessandro, Giuseppe Giarrizzo, La Sicilia dal Vespro all’Unità d’Italia, Storia
d’Italia, XVI, Torino, Einaudi, 1989, part. il cap. IV, significativamente intitolato Tra due rivoluzioni,
pp. 310-374. Per una chiave di lettura di quel secolo, Domenico Ligresti, Per un’interpretazione del sei-
cento siciliano, in Cheiron, 9 (1992), pp. 81-105.
3 Rivolte e Rivoluzione nel Mezzogiorno d’Italia 1547-1799, a cura di A. Lerra, A. Musi, Laica-
ta, Manduria-Bari-Roma 2010.
4 Sul punto si veda Jean Frédéric Schaub, La crise hispanique de 1640. Le modèle des «révolu-
tions périphériques» en question (note critique), in Annales, 49.1 (1994), pp. 219-239.
5 Su questo punto Giuseppe Giarrizzo, “Introduzione”, in M. Aymard, G. Giarrizzo (a cura
di) Storia d’Italia Einaudi. Le Regioni dall’Unità ad oggi. La Sicilia, Torino, Einaudi, 1987, pp. XLIXss.;
Francesco Benigno, La questione della capitale: lotta politica e rappresentanza degli interessi nella Sicilia del
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Se Aurelio Musi ha insistito sull’intuizione del “trinomio interazione,
rappresentanza, resistenza”6, che a partire dalla fine degli anni sessanta del secolo
scorso ha rappresentato una delle direttrici fondamentali della sua ricerca7,
Francesco Benigno ha affrontato, in più occasioni, sia le questioni di carattere
più generale della “crisi” che investe l’intero continente europeo nel corso del
XVII secolo, soffermandosi sugli “Specchi della rivoluzione” che riflettono e
moltiplicano, diffondendoli, tumulti e sommovimenti8, sia la dimensione più
squisitamente siciliana di quel fenomeno e le sue molteplici sfaccettature nel più
vasto quadro della politica spagnola9.
Più di recente Daniele Palermo, nel ripercorrere le vicende della rivolta
palermitana del 1647, ne ha individuato, sulla scorta di fonti inedite, un vero e
proprio modello di riferimento per centri grandi e piccoli dell’Isola10.
Tale rinnovata attenzione ha riguardato anche l’ultima, emblematica rivolta
del Seicento siciliano, trascinatasi, nelle sue diverse fasi, per almeno sei lunghi,
estenuanti anni, tra il 1672 e il 1678, quella che vedeva protagonista la città di
Messina.
La storiografia, anche a carattere internazionale11, si è nuovamente confrontata,
infatti, sul tema della rebellio contro la Spagna ordita nella città dello Stretto
negli anni settanta del secolo XVII12, valutandola all’interno del più complesso
‘600, in Società e storia, 47 (1990), pp. 27-63; Pietro Corrao,“Centri e periferie”, in G. Chittolini, A.
Molho, P. Schiera (a cura di), Origini dello Stato. Processi di formazione statale in Italia fra medioevo ed età
moderna, Bologna, il Mulino, 1994, pp. 187-216; Daniela Novarese, “Policentrismo e politica culturale
nella Sicilia Spagnola: Palermo, una capitale senza Studium” in G.P. Brizzi, J. Verger (a cura di), Le uni-
versità “minori” in Europa (secoli XV-XIX), Soveria Mannelli, Rubberttino, 1998, pp. 317-336.
6 Aurelio Musi, Le rivolte italiane nel sistema imperiale spagnolo, in Mediterranea. Ricerche stori-
che, 4 (2005), p. 210.
7 Aurelio Musi, “Integration and Resistance in Spanish Italy”, in P. Blickle (ed.) Resistance,
Representation and Community, Oxford, Oxford University Press, 1967, pp. 305-319; Id., L’Italia dei
viceré. Integrazione e resistenza nel sistema imperiale spagnolo, Cava de’ Tirreni, Avagliano, 2000.
8 Francesco Benigno, Specchi della rivoluzione: conflitto e identità politica nell’Europa moderna,
Torino, Donzelli, 1999.
9 Benigno, La questione della capitale, cit., pp. 27-63; Id., “Messina e il duca d’Osuna: un
conflitto politico nella Sicilia del Seicento”, in D. Ligresti (a cura di), Il governo delle città. Patriziati e po-
litica nella Sicilia moderna, Catania, C.U.E.C.M., 1990, pp. 173-207; Id.,“Conflitto politico e conflitto
sociale nell’Italia spagnola”, in B. Anatra, (a cura di), Nel sistema imperiale: l’Italia spagnola, Napoli, ESI,
1994, pp. 115-146; Id,. “Mito e realtà del baronaggio: l’identità politica dell’aristocrazia siciliana in età
spagnola”, in F. Benigno, C. Torrisi (a cura di), Élites e potere in Sicilia dal medioevo ad oggi, Catanzaro,
Meridiana Libri, 1995, pp. 63-78
10 Palermo, Sicilia 1647, cit..
11 Luis Antonio Ribot Garcia, La Monarquía de España y la Guerra de Mesina (1674-1678),
Madrid, Actas Editoriales, 2002. E’ stato ristampato anche, di recente, e tradotto in italiano, un lavoro
classico dello stesso studioso sulla rivolta messinese, che risaliva al 1982: Luis Antonio Ribot Garcia, La
rivolta antispagnola di Messina. Cause e antecedenti (1591-1674), Soveria Mannelli, Rubettino, 2011.
12 Si ricordi che “l’inizio degli anni ’70 coincise con un periodo di carestie e di proteste e ribe-
llioni sia a Messina che in altre città siciliane come Catania e Trapani” e che “a Messina vi furono non
uno ma due movimenti insurrezionali, distinti ed anzi contrapposti. Il primo che si svolse nel marzo-
aprile del 1672 ebbe carattere popolare, fu promosso dalle corporazioni artigiane e da gruppi di ceto

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